(ex?) zitella... ex precaria!

giovedì 28 aprile 2011

Tombola!

Stamattina ho riconsegnato delle verifiche di italiano, una mezza strage. Le domande erano del tipo:
- "Come si chiama un verso di 11 sillabe?" (risposta: "endecasillabo"; UNDECASSILABO non è la stessa cosa)
- "Come si chiama un verso di 5 sillabe?" (si chiama quinario, quindi non può chiamarsi QUINDINARIO).
Si è scatenata una mezza rivoluzione: "Ma prof, è la stessa cosa no?. No, non è la stessa cosa.

Altra domanda: di fronte a una poesia composta da tre strofe di 4 versi ciascuna, i pargoli dovevano indicare come si chiama questo tipo di strofa (quartina).
- Prof, perchè nella verifica mi ha scritto "tombola"?
- E tu che cosa avevi scritto?
- Quaterna.
Ecco, appunto. "Quaterna" non è "quartina", "quartina" non è la stessa cosa di "quartino". Prova ad andare al bar a chiedere un quadrisillabo, vediamo cosa ti danno.

mercoledì 13 aprile 2011

Son soddisfazioni

Ricevimento genitori, qualche giorno fa: una mamma arriva accompagnata dal figliuolo, uno scassaballe senza eguali.
Per inciso, il pargolo ha la stessa stazza del mio armadio a 3 ante, e a occhio e croce anche lo stesso quoziente intellettivo.
Esordisco così: "Signora, il ragazzo non studia, non sta attento e soprattutto disturba in continuazione, in classe non sta zitto un secondo".
Vedo la mamma in questione che guarda minacciosa il pargolo, se potesse gli mollerebbe un ceffone. Per un attimo spero che lo faccia davvero, lei che può.
Il pargolo sta con gli occhi bassi, stile cane bastonato, umile e devoto.
Per la cronaca, stamattina in classe scassava le balle più che mai, il pentimento è durato sì e no una mezz'oretta, ma vuoi mettere per me la soddisfazione?

martedì 12 aprile 2011

Gradite sorprese

Ricevo due mail da un prestigioso ente di ricerca.
Nella prima mail mi inviano il programma del corso al quale ho deciso di iscrivermi, dicono. Penso a uno spam, poi mi accorgo che si tratta di un argomento sul quale io in effetti lavoro.
Incuriosita, leggo la seconda mail: si rivolge ai docenti del corso, precisa tra l'altro che la sottoscritta dovrà parlare di questo, questo e questo argomento.
Apro il programma allegato e vedo che in effetti sono tra i relatori.
Gradita sorpresa, per carità, ma magari chiedermelo prima faceva brutto?

Il club delle zitelle

Qualche mese fa, per compensare la mia non brillantissima vita amorosa, decido che è ora di godersi la vita, fare quelle cose che avrei sempre voluto fare, avere tanti amici, conoscere gente nuova e vedi mai, da cosa nasce cosa
Riepiloghiamo:
- Mi iscrivo a un corso di spagnolo pregustando già incontri calienti (c'è chi in questo modo ha trovato marito). Risultato: partiamo come gruppo di tutte donne e un bambino, nel giro di qualche mese ci ritroviamo in due: neanche il numero minimo per prenderci uno  spritz.
- Mi iscrivo a un corso su un programma di computer, pregustando l'allegra compagnia di professionisti rampanti; il corso termina alle 21, l'ideale per proporre una pizza insieme. Passano le settimane, ma la socializzazione è ridotta al minimo; il mio compagno di banco e vicino di PC pronuncia complessivamente 4 parole in tutto il corso. Risultato: imparo a usare un programma che non mi servirà mai, utilissimo.
- Mi iscrivo a un corso di liscio. Risultato: ci ritroviamo in due zitelle e una coppia di pensionati, poi si ritirano anche i due pensionati.
- Mi iscrivo a un corso di balli latino americani. Risultato: proprio quando ero lanciatissima, andavo a ballare 3 volte a settimana, si era formato un bel gruppetto, tanta gente interessante, ... mi rompo una costola. E così va in vacca anche il progetto di iscrivermi a un corso di escursionismo o di nuoto, tanto per darmi un'aria sportiva.

A questo punto rispolvero la vecchia idea del club delle zitelle.
Si organizzano serate per sole donne derelitte ma con stile.
In programma: visione di film strappalacrime e biscotti intinti direttamente nel barattolo della nutella.
E' consentito parlare di uomini solo in termini adolescenziali: ci si scambia aggiornamenti su uomini interessanti che non ci baderanno mai, rigorosamente designati tramite pseudonimi ("Babà mi ha scritto su Facebook!"; "Ho visto Pitagora, mi ha salutata!"); ci si aggiorna sulle nostre favolose conquiste (io annovero un paio di gay e un vecchio panzone).
Per la prossima estate, stiamo valutando una gita sociale a Lourdes.

venerdì 8 aprile 2011

Lezioni di poesia

Cominciamo dalle basi: l'endecasillabo ha 11 sillabe, il novenario 9, ecc.
Domanda: "Prof, ma se in una poesia io ho versi diversi, un endecasillabo, un settenario, un novenario... devo fare la media?". Segue risata collettiva e sguardo perso dello studente ("ma non era una battuta, prof!").

Passiamo ai contenuti.
"Chi vede te vede una primavera
uno strano arboscello che non reca
fiori, ma frutta"
- Ragazzi, a chi si sta rivolgendo secondo voi il poeta?
- A un albero?
- Ma no, a una ragazza!
- E come faccio a sapere che non era un ragazzo?
- No, vedete, al verso 6, "stavi ritta e proterva", è femminile, può essere riferito a un uomo "ritta"?
-  "Ritta"? E certo prof!

Oh ragazzi, io vi posso insegnare a contare le sillabe, ma la poesia è un'altra cosa. Ci sono momenti nella vita in cui senti che le emozioni che hai dentro sono troppo forti e le parole da sole non bastano: serve la musica, serve la poesia. Se voi l'avete provato una volta nella vita, bene. Altrimenti, facciamo così: contate le sillabe e tanti saluti, poi però non lamentatevi se le ragazzine non vi vengono dietro.

La scuola delle nuove tecnologie

Continuo imperterrita ad andare a scuola con la costola incrinata. Qualche giorno fa ho chiesto a un mio alunno di portare la mia borsa in classe e di appoggiarla sulla cattedra.
Risposta: "Prof, non abbiamo più la cattedra".
La cattedra in questione era rotta da inizio anno, il piano del tavolo era solo appoggiato, non ci sono le viti; dopo aver rischiato la vita un po' di volte, un mio collega ha deciso di liberarsene definitivamente.
Soluzione: la cattedra è stata sostituita da un normale banco. Sembra una sciocchezza ma non lo è. Non mi basta lo spazio, non mi ci posso sedere sopra, per non parlare di scene del tipo "Prof, i gessi sono nel cassetto" "Quale cassetto?" "Quello della cattedra". Ecco, appunto.

sabato 2 aprile 2011

A pezzi

Domenica scorsa, dopo aver sgambettato balli latino americani fino a ore indecenti, ho avuto l'intelligente idea di aggregarmi a un gruppo di amici per una tranquilla passeggiatina in montagna.
Risultato: una costola rotta. Stavo camminando in un prato, sono caduta inciampando stupidamente e mi sono ritrovata pancia a terra.
A quanto pare non ci si può fare niente, solo imbottirmi di antidolorifici e aspettare che passi, forse fra un mese.
Nel frattempo non posso portare pesi, che detto a una prof di lettere suona più o meno come dire a un nuotatore di non bagnarsi: giusto per dare l'idea, io di solito giro con il dizionario in borsa.
E tanti saluti ai balli latino americani.

venerdì 1 aprile 2011

La forza dell'esempio

Al posto del classico tema, nei compiti in classe di italiano ho introdotto le più moderne tipologie dette "saggio breve" e "articolo di giornale", nelle quali i miei pargoli dovranno peraltro cimentarsi quando, tra qualche anno, affronteranno l'esame di maturità (per quelli che ci arriveranno).

Di fronte alla novità, molti hanno protestato. Per convincerli, ho spiegato loro che è importante abituarsi fin d'ora a scrivere saggi e articoli perchè altrimenti come faranno il giorno dell'esame di maturità?
"Prof, mi vado a farlo in Terronia come la Gelmini".
Mi sono limitata a precisare "Reggio Calabria, non Terronia". Per il resto, l'osservazione è ineccepibile.