(ex?) zitella... ex precaria!

martedì 29 marzo 2011

Ricevimento generale

Oggi ricevimento genitori in grande stile: tre ore consecutive a spiegare a genitori ignari che il figlio adolescente è un cretino, non studia una mazza e in più rompe, parla e disturba in continuazione. Inizio previsto: ore 16.30.
Ore 15: si avvistano le prime mamme. La bidella chiede loro cosa ci fanno lì a quell'ora. Risposta: "Pensavo iniziasse alle 16". Ah, allora... Il bidello, che stava cercando di passare lo straccio in corridoio, è inferocito.
Ore 15.45: i professori iniziano a barricarsi in sala insegnanti per evitare di incontrare genitori prima del tempo.
Ore 16: i corridoi della scuola sono intasati da torme di mamme e papà che cercano la postazione, si iscrivono alle liste sulla porta, cercano di capire come ottimizzare i tempi per riuscire a sentire tutti i prof. Se per caso vedono un prof in corridoio lo aggrediscono.
Nel frattempo, in sala insegnanti una ventina di prof stanno seduti attorno al tavolone e per la prima volta in tutto l'anno scolastico parlano insieme, ridono, si scambiano aneddoti su precedenti ricevimenti, si parla di ceffoni ai figli indisciplinati e dei prof di una volta che ti facevano tornare a casa con il segno del cancellino impresso sulla fronte. Ogni tanto entra un collega, di fronte a questa scena pensa che sia in corso una riunione di dipartimento, poi viene invitato a sedersi nel cerchio. Si ride, si scherza, è bellissimo: la quiete prima della tempesta.
Ore 16.25: decido di avviarmi 5 minuti prima per preparare compiti, registri, schede da mostrare ai genitori e non dover come al solito frugare disperatamente in borsa.
Ore 16.26: Arrivo incolume alla mia postazione evitando di farmi riconoscere dai genitori, ma appena raggiungo il mio posto una mamma si fionda dentro, si accomoda e inizia a parlare. Via alle danze.
Ore 17: Mio figlio non capisce perchè ha insufficiente in italiano. Forse perchè non ha studiato e non sa scrivere? Mostro i compiti del pargolo, il genitore si rassegna.
Ore 17.15: Spiego appassionatamente a una mamma che non sono io che devo "fare l'occhio" alla grafia del pargolo, ma è il pargolo che deve imparare a scrivere.
Ore 17.30: Arriva un ragazzo accompagnato dai genitori, spiego loro che disturba la lezione, non ascolta, non studia neanche per sbaglio e in più non sa scrivere. Loro cadono dalle nuvole.
Ore 17.45: "Mi concede cortesemente un minuto? Torno subito". 10 genitori mi guardano con disprezzo mentre apro la porta del bagno.
Ore 18: Sto perdendo colpi. Mostro i compiti e mi rendo conto che ho segnato come errori cose giuste, che non ho segnato errori, le lettere si confondono. Inizio a confondere nomi, facce, classi.
Ore 18.15: Non sono più in grado di collegare il nome del ragazzo alla classe. "Sono il papà di Daniele" "Daniele chi?". OK, suona male, facciamo "Mi ricorda in che classe è per favore?".
Ore 18.30: ormai la fusione è totale, per riuscire a dire ancora qualcosa di vagamente sensato mi appiglio ai voti in pagella (Daniele? 3A? Sì, buono in italiano e sufficiente in storia). Cerco disperatamente i nomi nel registro, mi rendo conto che è il registro sbagliato. Annaspo.
Ore 18.45: Carlo? Carlo chi? Oddio, che diavolo ho da dire su questo? Come diavolo fa di cognome? Perchè non lo trovo in questa lista? Dov'è il suo compito? Panico!
Ore 19: mi rendo conto che il tempo sta per scadere e io ho ancora una folla di genitori fuori dalla porta. Provo disperatamente ad accelerare il ritmo, ma annaspo sempre più.
Ore 19.15: metto fuori la testa per vedere quanti genitori mi restano. Non male, qualcuno ha deciso di autoeliminarsi.
Ore 19.25: finiti! Incredibile! Inizio a fare un primo giro per riportare pacchi di compiti in sala insegnanti.
Ore 19.30: torno a prendere la borsa e trovo un'altra mamma ad aspettarmi. Stavolta è l'ultima, se non voglio farmi buttare fuori dal bidello.
Ore 19.40: guardo la collega con cui divido l'aula. Il tempo è scaduto, decidiamo di scappare subito prima che ci brinchi qualche altro genitore ritardatario.
Ore 19.45: inserisco le chiavi nella portiera dell'auto, la chiave non gira ma porc...
Ore 19.50: mi rendo conto che quella non è la mia macchina. La mia è uguale, ma parcheggiata due posti più in là.

Educazione alimentare

Oggi in sala insegnanti stavo mangiando tranquillamente la mia barretta di cioccolato, quando un collega mi ha fatto notare che erano tutti zuccheri e grassi idrogenati. Risposta mia: chissene...
Poi è entrato un altro collega obeso con in mano un frutto. 
Un terzo collega ha osservato: "Guarda lei, poi guarda lui, e chiediti dov'è l'errore. Dopo di che lasciale mangiare in pace la sua cioccolata".

lunedì 28 marzo 2011

Grammatica impertinente

Alcuni verbi bastano da soli a fare una frase di senso compiuto: ad esempio, "Piove".
Con altri verbi, invece, non basta avere soggetto e verbo perchè la frase abbia un senso. Ad esempio, se dico "io inseguo" voi vi chiedete "che cosa?", e quindi per avere una  frase compiuta mi serve un complemento oggetto. Con "io do" ci chiederemo "che cosa" e "a chi".
- Bene, vediamo se avete capito, ragazzi. "Io compro", cosa vi chiedete?
-"Che cosa?".
- Ma se dico "Io dormo", voi cosa vi chiedete?
- "Con chi?"

domenica 6 marzo 2011

Gli esami non finiscono mai

Ho battuto il mio record personale: ho esaminato quasi 200 persone in un'unica sessione, correggendo i compiti e registrando i voti a tempo di record.
Il giorno della registrazione mi presento bellina bellina e piena di buona volontà: "Ragazzi, chi vuole vedere il proprio compito corretto può chiedermelo, penso sia importante per voi del primo anno capire come mai avete preso un voto basso, che cosa avete sbagliato, sono disponibile a spiegarvi...". Vedo gente che annuisce con entusiasmo.
Poi annuncio che procederò così: prima chi deve solo registrare, poi chi richiede di vedere il compito.
Si alzano 199 persone. Una muraglia umana. Dopo di che anche l'unica che voleva vedere il compito decide di far finta di niente e infilarsi nel gruppone.
Dopo un'ora di cognomi, computer, firme sul libretto, gente che si è scordata di iscriversi... inizio a confondere nomi, cognomi, facce, voti.
Dopo due ore sono ancora lì con le poche volenterose che si sono fermate per richiedere un'integrazione orale all'esame. Si fa anche questa, poi viene il momento dei saluti.
Mi dicono che il corso è piaciuto, mi chiedono se ci sarò anche l'anno prossimo, se faccio altri corsi.
Rispondo che non ne ho la più pallida idea, che il mio contratto scade e non so cosa succederà dopo, che intanto mi barcameno tra lavori diversi per pagare l'affitto perchè se contassi sull'università farei la fame. So che non dovrei dirlo, ma mi sono anche stancata di far finta che tutto vada bene.
Le ragazze mi consolano, mi esortano a fare la fuga all'estero, "Lei che è così giovane". Rispondo che ci provo, ma che non sono poi così giovane. E dopo un po' rivelo anche la mia età (e già mi immagino tra i corridoi "Oh, ma lo sai quanti anni ha la prof?").
Saluti, in bocca al lupo prof, in bocca al lupo a voi, ragazze, per i vostri studi.
E fino alla sessione di giugno non se ne riparla più.

Er panza colpisce ancora

Ok, so di non essere esattamente uno schianto (ma neanche da buttar via, eh).
So di non esser proprio di primo pelo (ma neanche in età pensionabile).
Ma accidenti, qualcuno mi spiega perchè quando mi trovo in un ambiente pieno di trentenni/quarantenni simpatici, gentili e interessanti, l'unico tentativo esplicito di abbordaggio lo devo ricevere da un sessantenne alto un metro e un tappo, panzone e grondante acqua peggio della fontana di Trevi?

venerdì 4 marzo 2011

Vamos a bailar

Mi son finalmente decisa: ho iniziato un corso di balli caraibici. Adesso la sera anzichè perdere tempo su facebook e sul blog (be', mica tutte le sere) vado a sgambettare in una palestra oppure in discoteca.
Finora tutto bene, al di sopra di ogni aspettativa.
Primo: non siamo tutte donne, non sono tutte coppiette, non sono tutti minorenni e nemmeno tutti pensionati (vedi esperienza l'anno scorso con il liscio).
Secondo: nessuno mi rompe le scatole perchè porto le ballerine rasoterra anzichè i tacchi. Quando ho visto la maestra in scarpe basse ho deciso che questo è il corso che fa per me. Puoi andare in tuta, con i jeans, con lo scafandro o in abito da sera, non ci fa caso nessuno.
Terzo: nessuno ha provato a dirmi di essere più sensuale, ancheggiare, sculettare. Oh, sarebbe come dire a uno scemo "devi essere intelligente" o a una racchia "devi essere bella". Sono cose che magari vengono da sè, con il tempo, ma non si possono comandare. Sarò anche sensuale come il mio frigorifero ma mi diverto, torno a casa canticchiando e saltellando.
L'unico neo è che le serate sono il venerdì e io chiaramente il sabato alle 8 lavoro. Devo dire però che ho già fatto una prova e non è andata male: sabato mattina guardando le facce dei miei studenti mi sono resa conto che loro erano molto più morti di sonno di me.