(ex?) zitella... ex precaria!

venerdì 26 luglio 2013

Piccola bufala fatta in casa....

SCANDALOSO! E in arrivo un ondata di marziani . Sono pericolosissimi! Assumono l'aspetto di bambini cenciosi e agrediscono per strada le donne sole lanciando uova collose sul parabrezza. Poi infilano un microchip nella borsetta della vittima e fanno segni sulla sua casa per avisare i altri marziani che li c'è da rubare. E se gli spari al marziano i comunisti ti fanno condannare per odio raziale. Attenzione! Se non condividi subito questo post il marziano se ne accorge, capisce che sei un stupido e ti ruba tutti i tuoi dati dal computer. E ORA VOGLIO VEDERE CHI HA IL CORAGGIO DI NON CONDIVIDERE QUESTO!!!
Perchè la gente quando accende facebook spegne il cervello? Com'è possibile che abbocchino a qualsiasi boiata venga scritta, soprattutto se a sfondo xenofobo o complottista?
Allora dopo aver perso la stima nei confronti di chi, tra i miei amici, si beve con convinzione la notizia che lo Stato italiano regala 2000 euro a tutti gli "stracomunitari", ho deciso che una piccola bufala fatta in casa me la posso confezionare anche io: ho scritto quanto sopra sulla mia pagina facebook, resto in attesa delle numerose condivisioni. 
Confesso la mia scarsa fantasia: quanto ho scritto qui sopra (errori ortografici inclusi) è in realtà un collage di bufale genuine che circolano sul web. Purtroppo.

sabato 20 luglio 2013

La grande bruttezza

Dopo mesi di assenza dalle sale cinematografiche, approfittando del cinema all'aperto sono andata con due amiche a vedere "La grande bellezza" di Sorrentino". Ne avevo sentito parlare in tv con parole colme di entusiasmo, ero convinta di andare a vedere un filmone. Bene, adesso mi lancio a scrivere la mia prima (e ultima?) recensione cinematografica.

"La grande bellezza" è una palla micidiale. Il protagonista è Jep, un 65enne mondano, molto mondano, che vive a Roma, passa la vita tra il suo attico vista Colosseo (quello di Scajola?) e festini. In pratica, il film è una carrellata di scene con vecchie baldracche che si dimenano e fanno i trenini, e nel mentre si fumano qualsiasi cosa si possa inalare. Ogni tanto salta fuori una riflessione finto-filosofica di una banalità totale, il tutto condito da periodiche comparse di tette e culi.
240 minuti di flash introspettivi e pipponi nemmeno originali: a queste feste superfiche in realtà sono tutti infelici. Ma va, e io che ero convinta che i divi fossero tutti strafelici, per questo si circondano di coca e zoccole.
Fantastici i commenti del pubblico. Alle nostre spalle c'erano le signore della Padova bene: "Effettivamente è un film che descrive la realtà, queste feste sono così tristi". Detto da siorette che al massimo saranno andate alla sagra del bigolo in salsa.
A un certo punto, in un flash-back il protagonista ricorda la sua prima volta, un momento che dovrebbe essere appunto un attimo di grande bellezza. Lei e lui in riva al mare, lei si sbottona la camicetta (ovviamente non fa uso di reggiseno nonostante la volumetria poco pratica da gestire) e gli dice "Adesso ti faccio vedere una cosa". E al mio fianco qualcuno sbotta "To', un'altra tetta" "Ma se sono due ore che non vediamo altro!".
Oltretutto le sedie di plastica massiccia erano scomodissime, alla fine del secondo tempo avevo il sedere quadrato e mal di schiena. Alcuni spettatori, tra cui me e le mie amiche, cercano sugli smartphone la durata del film e calcolano quanto può ancora mancare: "Ce ne andiamo?", "Non ci obbliga nessuno a 'sto supplizio".
Tornata a casa ho letto qualche recensione su google. Film visionario, innovativo, felliniano.
La mia teoria è che nessuno di questi critici ha capito una mina, ma si vergognano di dirlo e allora fanno gli intellettuali.
L'unica recensione sensata che ho letto? Eccola qua:  
Lampante e stracitato il canone FF (Fellini-Flaiano, o forse sarebbe il caso di scrivere Flaiano-Fellini) per quanto tra “La dolce vita” e “La grande bellezza” ci sia lo stesso rapporto che intercorre tra la carriera militare di Napoleone e il gioco del Risiko.
 (http://www.linkiesta.it/la-grande-bellezza#ixzz2Zad81ZB0):



lunedì 15 luglio 2013

Orango a chi?

Sento parlare degli ennesimi insulti al ministro Kienge. Giusto per curiosità, leggo una notizia al riguardo e scopro che il signore dall'inconfondibile aria suina sulla sinistra dell'immagine, ha paragonato a un orango la signora sulla destra.
Scusate la banalità della mia osservazione ... Anche solo sulla base di criteri prettamente estetici, senza nemmeno considerarne le nobili gesta, il linguaggio e il curriculum, c'è bisogno di ulteriori commenti?



sabato 13 luglio 2013

Sfogo semiserio su un post razzista su facebook

Resto fedele ai miei propositi: quando qualcuno pubblica su facebook un'idiozia, io resto zen, non gli rispondo, e mi sfogo scrivendo qui.
Un mio amico ha condiviso uno slogan: "sono gli immigrati che devono adattarsi, non gli italiani".
Allora, grandissima mente illuminata...
Devo dire al mio parrucchiere cinese, che mi fa sempre la ricevuta, di adattarsi: non serve.
Ai genitori africani dei miei alunni, che sono convinti che l'insegnante sia persona degna di massimo rispetto, devo dire di adattarsi alle usanze italiane: il loro figlio è un genio e se prende una nota, loro devono andare a lamentarsi e fare la voce grossa con i professori.
Alle mie alunne rumene della scuola professionale, che prendono 9 in storia e 8 in italiano perché non vogliono deludere i genitori portando a casa voti bassi, che badano ai fratellini e che vengono assunte da aziende italiane prima ancora del diploma perché sono in gamba e parlano alla perfezione 3-4 lingue, devo dire che devono imitare i loro colleghi italiani: tira a campà, che venire a scuola è meno faticoso che andare a lavorare.
Alla mia studentessa marocchina e al suo compagno di classe algerino, che sono tornati a casa entusiasti cantando " Fratelli d'Italia" il giorno in cui a scuola abbiamo letto e commentato le parole, devo dire di adattarsi: l'amor di patria e l'inno nazionale servono solo se l'Italia vince ai mondiali di calcio, e anche in quel caso non è necessario conoscerne le parole, va benissimo il play-back o anche un ostentato menefreghismo.
Lavoratori  immigrati che lavorate, producete il 10% del PIL e pagate le tasse, prendete esempio dagli italiani: evasione fiscale!
E che dire dei più illuminanti esempi di italiani celebri? Politici che si vantano di andare a letto con le minorenni, ad esempio.
Insomma, immigrati, prendete esempio dagli italiani. Imparate a usare dei capri espiatori: se in Italia tutto va a puttane, non prendetevela con chi manca di rispetto alla dignità della persona e del Paese. Trovate qualcuno con cui prendervela, e tutto andrà meglio.

Romanticherie estive

Cosa c'è di più dolce che mangiare biscotti al cioccolato a notte fonda, a letto con il tuo bello?
Peccato che, complici le temperature finalmente estive, il cioccolato fosse semisquagliato. Giusto per aggiungere un tocco di classe, ho anche provveduto a far cadere la scatola per terra, cospargendo il pavimento di biscotti sfracellati.
Risultato: macchie sulle lenzuola pulite e sul copriletto, briciole ovunque.
La prossima volta che ho voglia di dolcezza, mi mangio una caramella. Possibilmente in cucina.

mercoledì 10 luglio 2013

Ricordi dai corsi di recupero

Lunedì comincio i corsi di recupero in una scuola superiore. Obiettivo: trasformare un gruppo di analfabeti sgrammaticoni in esseri linguisticamente civilizzati in una settimana. Mission impossible, insomma.

Buon gusto da cerimonia

Sono di ritorno da un paio di matrimoni.
Il mio sport da matrimonio preferito è fare a gara con zie e cugine su quale delle invitate indossi l'abito di peggior gusto. Per motivi di privacy non posso pubblicare le foto, ma ecco qui la classifica dell'ultima stagione:
- 3° classificato = il "disco volante": cerchio di tulle nero montato su fil di ferro, diametro 30 cm, depositato sulla testa su una specie di chignon supertirato, con sopra una specie di fiore stilizzato
- 2° classificato = l'abat-jour: un vestitino giallo canarino sbiadito, attillato sul busto, stretto in vita, che si allarga all'improvviso sull'enorme culone dell'invitata, creando un inconfondibile effetto lampadario. La modella aveva due gambe del diametro di un baobab secolare, le caviglie grosse quanto il ginocchio, e per slanciare il tutto una bella scarpa gialla con plateau da 10 cm e tacco di conseguenza
- 1° classificato = il cigno padano: minigonna color verde padania acceso, composta di finte piume e straccetti di tessuto, inizia sotto il seno e finisce all'altezza dell'inguine. Sopra indossa un top/reggiseno bianco e un coprispalle trasparente. Per completare l'effetto zoccola, scarpa verde con tacco 12. Solo che 12 non è l'altezza del tacco (che è sui 20 cm) bensì la larghezza.
Quasi quasi rimpiango il matrimonio dello scorso anno, al quale erano presenti diverse tedesche con sandalo e calzino.

martedì 9 luglio 2013

Docenti precari: riflessioni semiserie

Una delle massime gioie per un professore: i propri alunni dell'anno precedente che, vedendoti nei corridoi della loro scuola, ti corrono incontro gridando "Prof, è tornata, che bello!" "Avremo lei l'anno prossimo, vero?" "La prego, ci scelga".
Puoi spiegarglielo 100 volte ai ragazzi che non ho scelto io di andarmene, che non l'ha scelto neppure il preside. Che se sono precaria non è perchè ho meno titoli della collega di ruolo, né perché i posti di lavoro nella scuola manchino, ma semplicemente perché allo Stato un docente precario costa meno di uno di ruolo.
Provo per l'ennesima volta a spiegare che ci sono delle graduatorie, che chi è in lista prima di me ha il diritto di scegliere per primo, e io devo prendere quello che resta.
"Prof, non c'è problema. Lei ci fa sapere chi c'è in lista prima di lei e ci penso io, stia tranquilla".
Ok ragazzi, se sentite che a inizio settembre una ventina di docenti precari sono stati vittime di attentati, sapete di chi è la colpa.

martedì 2 luglio 2013

Metodi innaturali

Dopo mesi di utilizzo della pillola, ho dovuto rinunciare a causa dell'evidente peggioramento della mia emicrania.
Dopo varie ricerche, un colloquio inutile con la ginecologa e sostanzialmente andando a esclusione, ho deciso di investire la bellezza di 480 euro per comprare un apparecchietto che misura la temperatura basale e tiene il conto dei giorni del ciclo.
Ho iniziato a usarlo da un paio di giorni e mi sembra una cosa utile. Metti che ti venga voglia di sapere se stai ovulando... et voilà! l'apparecchietto ti fa iniziare ogni giornata con la consapevolezza della tua temperatura, ti dice a che giorno del ciclo ti trovi, e soprattutto se sei fertile oppure no.
Fin qui tutto bene. Quello che mi suscita perplessità sono i forum e i materiali informativi... Nel forum c'è tutto un pullulare di "Ladyfertiline", cioè di donne che usano questa macchinetta. Le Ladyfertiline conoscono il proprio corpo, non lo avvelenano con gli ormoni artificiali (cioè la pillola), osservano il muco vaginale, non usano medicine e sono in armonia con l'universo. Non ho capito per quale nesso, dovrebbero possibilmente essere vegane, aborrire lo zucchero e la farina e vivere di alimentazione naturale.
Cioè, adesso sono diventata una Ladyfertilina, son soddisfazioni.
Ma chiariamo una cosa: se potessi prenderei la pillola più potente che ci sia sul mercato e vivrei serenamente. Se ho mal di testa mi imbottisco di antidolorifici. Non rinuncerei mai al salame, ai dolci e ai farinacei. E credo che la chimica sia la cosa più naturale che ci sia.