(ex?) zitella... ex precaria!

giovedì 22 dicembre 2011

Per fortuna ho un fratello

Ho scoperto un libriccino fantastico: "Ti amo. 100 risposte bastarde". 
100 donne innamorate dicono "Ti amo" ad altrettanti uomini, ricevendo una serie di risposte allucinanti: "Anche io mi amo", "Pazienza", "Come biasimarti"... e così via.
Mi sono resa conto che diverse di queste frasi me le sono realmente sentita dire, più o meno esplicitamente, nel corso degli ultimi anni: "Come la mia mamma?", "Aiuto!", "Anche io ti amo. Anzi, no, ho cambiato idea".
Nel libro manca però la frase topica: "Io invece amo la tua amica". Con corollario: ma con te c'è tanto una bella amicizia. La più simile che ho trovato è quella che riporto qui di seguito, e che mi ha fatto considerare con sollievo il fatto che non ho sorelle.


lunedì 19 dicembre 2011

Il piccolo mondo dei salseri

Da quando ballo latino americano, mi si è aperto un mondo.
I miei coinquilini non mi vedono più, tra corsi e serate: se una sera sono a casa in pigiama e pantofole, pensano che io stia male. 
Il mio armadio, tradizionalmente pieno di maglioni e magliette di cotone, si è riempito di vestitini corti e sbracciati.
Ho ripreso l'uso di lenti a contatto e piastra per capelli, nonchè di un vertiginoso tacco 5.
Ho comprato pure su internet un pacchetto per la depilazione permanente, giusto per evitare che quando sollevo le braccia nelle "vueltas", sotto le ascelle spicchi il rossore da irritazione post-rasoio-selvaggio.
Oggi avevo appuntamento dall'estetista. Le spiego che ho comprato il pacchetto luce-pulsata perchè ballo.
Anche lei. Non solo, ieri siamo state nello stesso locale, domani andremo nello stesso locale, sabato per poco non siamo state nello stesso locale ("e la tua serata com'era?").
Sono entrata dicendole "Buongiorno" e sono uscita dicendole "Ciao, ci vediamo domani al clublatinotaldeitali."
Piccolo il mondo dei salseri.

Ma perchè capita sempre a me?

Mi hanno insegnato che quando un uomo ti invita a uscire, verosimilmente ha un secondo fine.
Ho sempre pensato che quando un uomo è pieno di attenzioni, di carinerie, di gentilezze nei tuoi confronti, vuol dire che gli piaci.
Quando poi la cosa diventa così lampante che gli amici ti prendono in giro chiedendoti che cosa state aspettando, allora posso iniziare a crederci anche io.
Ecco, qualcuno mi spiega perchè a quel punto scopro sistematicamente che lui nel frattempo si limona un'altra, però mi considera una vera amica?
Evvai, un amico in più, un altro scapolo decente in meno.

domenica 18 dicembre 2011

Chi mi invita a ballare

Mi sto specializzando nel target panzoneultrasessantenne: sono gli unici che mi invitano a ballare, a parte naturalmente i miei compagni di corso della scuola di ballo.
Ultimamente ho una certa frequentazione con un signore ribattezzato "Naftalina", non a caso. Mi chiedo solo se sotto canfora ci metta solo il maglione (sempre lo stesso, peraltro), o se alla sera per conservarsi meglio si infili tutto intero dentro all'armadio.
Poi ho ballato molto anche con un signore gentilissimo, che mi ha parlato della moglie e che quando il dj ha annunciato il "momento romantico" ha commentato "Ma a pianta questo de dir monade?". Tocco di classe.
Dulcis in fundo, un signore mi ha chiesto "Andiamo vicino a mia cognata?". Eh?! L'ho guardato perplessa, gli ho chiesto di ripetere, poi l'ho seguito attraverso la pista: la cognata stava ballando, voleva invitarmi per una salsa. Decisamente, l'invito a ballare più originale che abbia mai ricevuto.

Uomini, siete avvisati

Il prossimo ragazzo carino, gentile, interessante che mi dice "Con te mi trovo proprio bene perchè mi sembra di stare con uomo", nel senso che con me si può parlare di tutto liberamente, che non mi faccio paturnie per la linea, che non mi scandalizzo se commentano il culo della vicina... ecco, il prossimo uomo che mi dice questa frase, giuro che lo prendo a pugni.

Prof, posso andare in bagno?

Mi sono arrabbiata perchè i miei alunni devono andare in bagno in continuazione. Casualmente sono sempre gli stessi a chiedermi di uscire, e casualmente sono quelli che di solito rompono di più durante le lezioni.
Adesso basta, mi segno nome, cognome, ora di uscita e ora di entrata di tutti quelli che richiedono di andare ai servizi.
La cosa ha avuto risvolti imprevisti...
Se prima le uscite duravano almeno 5 minuti, ora la durata massima non supera i 120 secondi. Mi chiedo se vadano veramente in bagno o se facciano semplicemente a gara a chi ci impiega di meno. Ansia da prestazione anche su questo?
La migliore mi è successa quando un mio alunno mi ha detto: "Prof, posso andare in bagno? Ma la avverto, non sarà una cosa liquida".
E come tutte le mie grandi idee e educative, anche questa è finita in vacca. 

martedì 13 dicembre 2011

Logopedia

Oggi prima visita dalla logopedista. Si comincia con un colloquio: quanti anni ho, se sono sposata, se vivo con la mia famiglia.
Rispondo di no, diciamo che vivo sola. Vedo che la zelante dottoressa ha scritto "Dice che vive da sola". Sottointeso: "Ma racconta balle?". Grazie per la fiducia.
Stato civile: single? Sono tentata di rispondere "zitella" spiegando la raffinata differenza tra i due termini, ma decido di soprassedere.
Poi mi fa compilare una serie di schede e mi fa un'altra serie di domande: che cosa provo quando perdo la voce? i miei problemi con la voce sono un problema sul lavoro? Nooooo, guarda, faccio l'insegnante ma mi va da Dio quando sono afona, non mi condiziona per niente.
Dulcis in fundo, mi dà un foglio bianco e mi dice di disegnare la mia voce. Eeeeh? No, io l'unica cosa che so disegnare è un'ape, ho imparato alle medie copiando da mio fratello.
Alla fine afferro un pennarello a caso e traccio una specie di grafico: all'inizio è alto (avevo la voce), poi c'è un crollo (ho perso la voce), poi si riprende ma un po' più in basso di prima.
A casa ci ripenso e in compagnia dei miei coinquilini disegno la mia voce: una banconota da 200 euro che vola via con due alette da ape (le uniche che so disegnare). La mia coinquilina aggiunge il disegno di una battona con la mano tesa, a sottolineare il concetto che forse sto buttando i soldi a puttane.

Sintomi

Quando uno continua a aprire facebook ogni 5 minuti per vedere se per caso una certa persona si è connessa, questo può essere considerato come un sintomo del fatto che a dispetto di qualsiasi cosa si voglia credere, in realtà per quella persona si prova qualcosa?

Plagi

E anche per quest'anno, ho messo il mio 2 a un paio di studentesse che hanno integralmente copiato il tema da internet. Con una variante: le furbone hanno copiato lo stesso tema, con il risultato di consegnare due compiti identici, parola per parola. Geniale.
La cosa più inquietante è che hanno copiato da un sito di temi svolti pensati per la quarta elementare, mentre io insegno in una seconda superiore. E prima di accorgermi che era copiato, avevo pure messo un bel voto...

venerdì 2 dicembre 2011

Senza parole

Sono rimasta afona. Proprio muta muta, problema tipico dei prof, dei cantanti e di chi parla troppo.
La cosa è andata avanti per oltre due settimane, e siamo alla terza. Sto a casa, guarisco, poi torno a scuola e nel giro di 2-3 ore son di nuovo muta.
Per non stare un mese a casa da scuola, mi sono organizzata: compiti in classe a oltranza, film, lavori di gruppo, qualsiasi attività insomma che non richieda da parte mia l'uso della parola.
Un giorno ho toccato il fondo, sono andata a scuola completamente muta e con divieto assoluto di parlare perchè se sforzi, anche parlando sottovoce, non guarisci. Quei tesorini dei miei alunni si sono divertiti da impazzire vedendomi gesticolare muta come un pesce: "Prof, troppo forte! Possiamo farle il video?". E' bastato uno sguardo minaccioso a far capire la mia opinione in merito.
Vista la situazione, ho prenotato una visita da un superspecialista in un centro superspecilizzato in questo tipo di problemi. Naturalmente, quello è stato l'unico giorno delle ultime 3 settimane in cui la mia voce era quasi perfetta (il giorno dopo ho ricominciato a rantolare come una cornacchia sfiatata). Il medico, delicato e affabile come Hitler, mi ha cacciato in bocca una bacchettona per fare la laringoscopia. Naturalmente non è che uno se ne stia lì tranquillo a farsi buttare un bastone giù per la gola, viene spontaneo irrigidirsi e il dottore è riuscito a fare quello che doveva solo al terzo tentativo. Nel frattempo, per mettermi a mio agio, mi urlava "Ma insomma, vuole rilassarsi?! Guardi che se non si rilassa io non le faccio l'esame! Ma se non collabora cosa ci è venuta a fare!". Certo, quando vuoi che un paziente si rilassi direi che urlargli dietro è decisamente la soluzione ottimale.
Conclusione della visita, chiedo se posso tornare a scuola: "Certo, non ha niente, torni a scuola basta che non sforzi la voce". Che sarebbe come dire a un nuotatore: "Faccia pure tutte le vasche che vuole, ma stia attento a non bagnarsi".

mercoledì 2 novembre 2011

Baci

Stasera voglia improvvisa di cioccolato... qui ci vuole un Bacio Perugina tra coinquiline.
Leggiamo i bigliettini "L'amicizia è il sale della vita", "La felicità porta fortuna", "E' tempo di emozioni forti".
Ma vi ricordate? Una volta scrivevano cose del tipo "Un bacio è un apostrofo rosa tra le parole ti amo", frasine mielose per innamorati melensi. Oggi invece si punta su amicizia, fortuna, emozioni forti...
Secondo me, qualche pubblicitario si è reso conto che a comprare i baci perugina sono soprattutto zitelle in crisi da carenza affettiva... e che, vogliamo pure dar loro il colpo di grazia con la frasina romantica?!

Carinerie al ballo

Mi invita a ballare un tipo mai visto prima. Dopo un paio di bachate e un paio di salse, mi dice "Per fortuna che tu non sei tanto brava a ballare. Sai, io ho il terrore di invitare quelle brave, perchè poi mi guardano male. Invece con te che sei meno brava di me mi trovo bene".
Era un complimento?

lunedì 24 ottobre 2011

Tacchi a spillo, burlesque e lapdance

Due colleghe prof mi hanno proposto di proposto di accompagnarle a una lezione di prova di "una specie di ginnastica che si fa con i tacchi a spillo".
Incuriosita, mi presento in palestra sfoggiando tuta da ginnastica e le scarpe con il tacco più alto che possiedo (5cm), sono circondata da donne di tutte le età in tacco 10-12 e fuseaux aderenti. Cominciamo bene!
Prima ora, "stiletto power": si impara la camminata, il giro, qualche mossa con l'aiuto di una sedia.
Seconda ora, burlesque. Niente a che fare con Dita von Teese, spogliarelli o roba del genere: ci si diverte un mondo a fare mossette tipo can can.
E dulcis in fundo, lapdance: una rivelazione! Anche qui niente a che vedere con strip tease o cose simili, il palo di per sé è uno strumento da ginnastica, solo che gli esercizi che ci fai sopra sono (in teoria) basati sulla grazia del movimento. Un po' come le parallele, per intendersi. Ah, c'è il trucco: il palo gira che è una bellezza, basta imprimere un piccolo movimento e si gira, si gira, si gira...

Come ci vedono i nostri alunni

Ho letto una ventina di temi sui problemi dell'adolescenza e su quanto è difficile essere giovani oggi.
In 3-4 di questi capolavori letterari, leggo frasi del tipo:
"Ci sono cose come uscire il pomeriggio con gli amici, andare in discoteca e fare feste, che quando hai 40 anni non puoi più fare"
"Noi giovani dobbiamo divertirci perchè se non lo facciamo ora, quando lo potremo fare? Certo non quando avremo 40 anni e saremo impegnati con il lavoro e la famiglia".
Allora carine, mettiamo i puntini sulle i: la sottoscritta (non ancora 40enne, per carità, ma poco ci manca) si diverte molto di più adesso di quando era un'adolescente grassoccia coi fondi di bottiglia e i brufoli. Vado a ballare tutte le settimane, esco e faccio molte più feste ora di quante voi adolescenti fighette vi sognate lontanamente di fare. Punto!

martedì 18 ottobre 2011

Piccoli 007 crescono

Oggi interrogo, scatta la strategia "Facciamo perdere tempo alla prof così non interroga". La classe, che non aveva dato il benché minimo segno di vita da settembre a oggi, solleva una selva di domande:
"Prof, mi può rispiegare la società di Antico Regime?"
"Prof, ma cosa significa egemòne?" (con accento rigorosamente sbagliato, già corretto svariate volte)
"Prof, ma lei ci porterebbe in gita?"
Oh, non sono nata ieri! Ho capito, tra poco mi chiederete quanti anni ho, dove vivo e se sono sposata.
"No, prof, lo sappiamo già".
Porc... Ma come cavolo fanno a saperlo? Questi son peggio della CIA.

domenica 16 ottobre 2011

Basta un refuso 3

Giornata di violenza a Roma, i black bloc infiltrati nel corteo degli indignati hanno distrutto la città.
Il mitico Giorgino dà la notizia al Tg delle 20, e alle sue spalle troneggia la foto di un black bloc con la scritta:
"I NUOVI BABARI".
Ecco, come faccio a prenderlo sul serio ora?

Ultime news dai miei alunni

Non si finisce mai di imparare...
Secondo un mio alunno, Carlo Magno aveva un fratello. Alessandro.
Secondo un'altra, in lingua d'oil (che sarebbe il francese antico) si scrivevano romanzi gialli: "Sì, prof, quelli di Arthur Conan Doyle".
Un altro invece, dalle colonne del suo tema, mette in guardia contro i rischi del cellulare: se usato a lungo, può provocare fertilità. Se ci sarà un'impennata di gravidanze tra gli adolescenti, sappiamo a cosa dare la colpa.

giovedì 6 ottobre 2011

Bon ton e intrattenimento scolastico

Ho sequestrato una quantità di aeroplani di carta, di varie misure. Il mio preferito l'ho portato a casa, è lungo un metro circa ed è stato prodotto unendo con il nastro adesivo diversi fogli protocollo a righe (quelli che poi, quando c'è da fare il tema, non avranno mai con sè). Un oggettino discreto, che passa inosservato, insomma.
Oltre a questo, ho sequestrato un po' di palle di carta e una d'allumio, ho espropriato lattine e pacchetti di cracker, e ispezionato a distanza svariate bocche. Sì, perchè il chewing gum in bocca, alle scuole superiori, proprio non lo tollero: faccio lezione e vedo ruminanti bocche spalancate, dalle quali emerge il gommoso contenuto.
E poi il cappello: in classe si tolgono berretti, cappucci e copricapi vari. Invito gentilmente una signorina a togliersi il suo berretto di lana dalla testa , chiedendomi intanto come le sia venuto in mente di metterselo, visto che in questo caldo autunno le temperature sfiorano i 30 gradi.
- Prof, devo proprio? Go i cavei onti! (ho i capelli sporchi)
Ok tesoro, viva il galateo. Forse è meglio se ti tieni il berretto.

Complimenti scolastici

"Prof, ha fatto la tinta?"
Guardo perplessa la sedicenne che ha pronunciato questa frase vedendomi entrare in classe spettinata e sfatta. Faccio mente locale al flaconcino di sciampo colorante che giace abbandonato in fondo al mio armadio da un paio di mesi, ma prima o poi giuro che li copro questi capelli bianchi. Mi chiedo se la signorina stia sfottendo, cerchi di guadagnare tempo o cos'altro. Ma no, siamo a inizio anno, non sto interrogando, non può avere secondi fini....
"Prof, davvero, ha i capelli più scuri, mi sembrava".
Tesoro, mi stai già simpatica, un più sul registro! Se poi mi dici anche che ti sembro più abbronzata, tonica, elegante e con una pelle di porcellana, il 7 è tuo.

martedì 27 settembre 2011

Tutto in piazza...

Non capisco quale recondita ragione spinga le persone a mettere in piazza i fatti loro su facebook. Quando poi arriva l'ammmore, è finita: link sdolcinati e frasine mielose a tutte le ore del giorno e della notte, dedicate da lui a lei, da lei a lui.
Per questioni di privacy, li chiameremo Nadia Cartocci e Romeo Baciapolpi, in onore del Ruggito del coniglio. Se per disgrazia entrambi sono tuoi "amici FB", ti arrivano 25 notifiche al giorno, del tipo: "Nadia Cartocci ha pubblicato un link sulla bacheca di Romeo Baciapolpi".
E ti pare che con la curiosità che ho non ci vado a cliccare? Clicco e scopro dediche tipo Ramazzotti, Giggggi d'Alessio, Raul Casadei, con una selezione di canzoni da far alzare la glicemia a livello diabete, con commenti del tipo "Per te Kokkolina mia", "Grazzie che esisti sbirlucchino".
Poi Nadia Cartocci non si fa sentire per qualche giorno. Romeo Baciapolpi attacca a pubblicare link del tipo "Bella stronza". Vado nella bacheca di Romeo: Nadia Cartocci ha cancellato tutti i suoi link, i commenti, i "mi piace". L'idillio è finito.
Resisto alla tentazione di pubblicare sulla bacheca di entrambi un bel 2 di picche, giusto per ricordare loro che FB prevede anche l'opzione "messaggio privato".

domenica 25 settembre 2011

Incontri di prima mattina

Stavo correndo a scuola in bicicletta, a un certo punto vedo un pirla fermo a fianco della sua macchina, quindi praticamente in mezzo alla strada. La tentazione di caricarlo sulla mia bici è forte, poi prevale il buon senso e lo schivo. Però per un istante lo guardo in faccia, ha un viso brutto da paura ma familiare, ma sì, è proprio lui!


 A quanto pare ha lo studio vicino alla mia scuola. Io gli consiglio vivamente di stare attento, soprattutto in orario di entrata /uscita dei ragazzi da scuola.

Fino ad avente diritto...

Con solo una settimana di ritardo rispetto all'inizio della scuola, sono tornata in cattedra. Ho una sostituzione per tutto l'anno scolastico "su mandato parlamentare", cioè sostituisco uno che nel frattempo fa il deputato. Problema: se dovessero sciogliere le camere, lui tornerebbe a scuola e io perderei il posto.
Io che fino a pochi giorni fa gridavo "fuori le cozze dal parlamento" e "Silvio in galera", mi trovo all'improvviso a sperare che il nostro beneamato premier resti saldamente al suo posto con tutta la sua combriccola, almeno fino al 18 giugno.
Ieri ho ricevuto una telefonata da un'altra scuola, la segretaria mi ha chiesto fino a quale data sono impegnata e io le ho spiegato la storia. All'altro capo della cornetta, ho sentito una fragorosa risata: "Cioè professoressa, noi ci dobbiamo tenere questo schifo di governo perchè lei conservi il posto?". Ecco, appunto.

Amici come prima..

Alla prima delusione, quando ho capito che non ci sarà mai niente fra noi (grazie a Dio?), ho fatto la disinvolta e ho accettato l'opzione "Amici come prima". Viaggi, shopping, massaggi... mi sono goduta l'estate e me la sono messa via.
Poi però non è mica facile restare amici quando in realtà per questa persona si prova qualcosa di più. Esiste una soluzione? Cerchiamo su internet.
Mi si apre la pagina answers.com: "Si può rimanere solo amici di una ragazza di cui si è innamorati?"
Risposta: "Si è possibile sempre che a entrambi siano chiari i confini."
Geniale. E io che mi facevo tanti problemi... internet, una risposta semplice a tutto!

PS: Sorvoliamo sull'uso disinvolto della punteggiatura e sul fatto che "sì" richiede l'accento

domenica 18 settembre 2011

Da lei dottoressa non me lo aspettavo

Parlando del più e del meno con un professorone, è venuto fuori che io ballo latino-americano.
Lui ha fatto una faccia sbalordita ed ha esclamato: "Dottoressa, davvero di lei non l'avrei mai detto!".
Oh, ho detto latino americano, mica lapdance!
Capisco che non ho proprio un'aria agile, e che sul lavoro non vado in minigonna e tacchi a spillo (e peraltro non faccio uso di tale mise neanche quando vado a ballare...); ma è così strano pensare che io possa sgambettare salsa e bachata?

Ancora su inviti a uomini e donne

Ho proposto a un po' di amici/amiche di andare a teatro.
Risposte:
Amica 1: Sì. Compriamo subito i biglietti
Amica 2: Mi spiace, quel giorno non posso, peccato
Amica 3: Sì, che bello!
Amico 1: Uh? teatro? Non mi sembra interessante
Amico 2: Non potremmo andare a vedere uno spettacolo normale?
Amico 3: Boh

Si preannuncia serata per sole donne.

lunedì 12 settembre 2011

Benvenuti tra i rustici

Venerdì sera, mangio una pizza con mio padre nel ridente paesino della bassa friulana in cui sono nata.
Entra un gruppo di 6 uomini relativamente giovani, tranne uno più anziano, che è  palesemente il "capo" o qualcosa del genere.
"Eccoci tra i rustici", esclama Capo e istantaneamente mi sta sulle balle; tratta tutti con sprezzante spocchia, odioso.
Arriva il proprietario della pizzeria per prendere le ordinazioni. Capo gli chiede "Qual è la pizza migliore che sai fare?", poi senza attendere la risposta ordina una pizza piccola con salsiccia, verdure, carciofi, alici... "e cos'altro ci posso mettere?". Il ristoratore risponde secco "E' già troppo così". Ma no, non basta, aggiungiamoci anche il prosciutto crudo.
Oh, belin, noi saremo anche rustici, ma tu sei un cafone con dei gusti raccapriccianti. E impara a dare del lei. Mi consola pensare che, a tre giorni di distanza, starà ancora ultimando la digestione.

sabato 27 agosto 2011

Disavventure automobilistiche

Addio al nubilato, tutte vestite di rosa. Rientro in macchina con un'amica, guida lei: ha in testa un grosso fiocco rosa, io una mollettona fucsia.
Ovviamente ci fermano i carabinieri, patente e libretto.
Lei tira fuori una borsa che al confronto quella di Mary Poppins è una pochette, inizia a frugare freneticamente ma non la trova.
Il carabiniere mi chiede se anche io ho la patente, quindi passa da "Cerchi pure con comodo" a "Signora, la patente se la cerchi pure a casa, basta che guidi la sua amica e che vi togliate di qui".
Ci scambiamo di posto. Non sanno che io so guidare solo il mio superbolide, al confronto l'utilitaria della mia amica mi sembra una Maserati. Ingrano la retro, metto in moto, e muore il motore. Ripeto, e rimuore il motore. Dopo il terzo tentativo, il carabiniere mi dice "Signora, lei venga in retromarcia che ci penso io a fermare le macchine"; ma tesoro, non c'è un cane in giro, il problema è che non riesco a tenere in moto...
Finalmente partiamo, ma è subito panico: come si fa a mettere la prima, è durissima! Mi soccorre l'amica: io schiaccio la frizione, lei cambia, il tutto con disinvoltura davanti al carabiniere. Temiamo che ci ripensi, ma pur di farci togliere dai piedi chiude tutti e due gli occhi.
Procediamo a scatti, se sfioro il pedale del freno la macchina si inchioda, per cambiare si collabora... ma in qualche modo ce la facciamo.
Andata!

Un invito a ballare non si rifiuta mai... o quasi

Sono andata a ballare con un'amica e un amico in un bel localone stile caraibico incastrato in zona industriale tra un capannone e un centro commerciale.
Il mio amico parte "a caccia", io e l'amica ci ritroviamo ad aspettare che qualcuno ci inviti a ballare. Ecco il campionario che abbiamo collezionato:
- il molleggiato, statura 1,90 ricurvo, si ostina a ballare la salsa con i passi della bachata, incombendo dall'alto e mollando craniate;
- red passion, panzone all'abbordaggio, frase topica "devi sentirti a tuo agio tra le braccia del maschio"
- nonnetto, che siccome non sente il ritmo continua a contare 1,2,3, 1,2,3, ... ma che stai ballando, il valzer? E nel contempo mi fa notare che secondo lui sono io che sbaglio.
- UmpaLumpa, uguale a quello della fabbrica di cioccolato, salvo il colore della pelle (verdino, anziché giallognolo).
A un certo punto il dj annuncia: "Bachata, il momento romantico". I miei amici stanno ballando, io vedo nonnetto e red passion che si guardano intorno e decido di andare a chiudermi in bagno fino alla prossima salsa, quando un tipo NORMALE mi invita a ballare. Balla senza approfittare per spalmarsi a francobollo, senza strusciarsi e senza farmi pesare il fatto che sono meno brava di lui. Non mostra segni evidenti di squilibrio mentale né di tempeste ormonali in corso.
Insomma, 1 Normale su 4, non è mica male.

mercoledì 24 agosto 2011

Il metodo "Tempesta ormonale"

Di solito quando vado a ballare siamo un bel gruppetto, quindi qualche amico che mi fa fare due giri si trova sempre. Stavolta però eravamo un discreto numero di donne e un solo uomo.
Inoltre, in fondo nutro ancora una sottilissima vena vendicativa  nei confronti del mio recente due di picche (vedi 1 agosto): "Restiamo amici" dice lui, però meglio se non mi avvicino troppo perchè sennò gli si scatenano gli ormoni, poverino. Va bene, restiamo amici, ma porca miseria, guarda che razza di donna ti sei perso!
Insomma, scatta l'operazione "Tempesta ormonale": vestitino annodato dietro al collo con schiena e spalle scoperte, reggiseno push up, sandaletto tacco 4,5 (vabbè, rispetto alle ballerine è già un progresso), caschetto piastrato, lenti a contatto, trucco.
Risultato: svariati inviti a ballare da parte di sconosciuti, di cui uno incredibilmente bravo.
Sabato prossimo sto pensando di presentarmi in bikini. Preparo i numerini come al supermercato?

martedì 23 agosto 2011

Donne che viaggiano da sole

"Donne che viaggiano da sole" è il titolo di un articoletto sul giornalino della Coop, che troneggiava in bagno a casa di mia nonna. Questa lettura ha convinto l'intera famiglia del fatto che viaggiare da sola non è una follia, che non sarei stata stuprata appena scesa dal treno, che non sarei finita a dormire sotto i ponti.
Ah, dimenticavo, non andavo nella foresta amazzonica, bensì nella civilissima Germania, e non ero proprio da sola tutto il tempo perchè in realtà nella prima metà del viaggio sono andata a trovare degli amici che vivono lì.
Arrivare in una città con un'idea in testa e poterla cambiare cinquanta volte, visitare 4 musei in due giorni e camminare dalle 8 a mezzanotte, studiare la guida Routard e scarabocchiare i possibili itinerari, che poi saranno sistematicamente modificati: viaggiare zainetto in spalla dà un senso di libertà unico.

venerdì 19 agosto 2011

Chi, io?

Sono andata a comprare delle caramelle nella solita bottega, dove mi servo da anni.
Il negoziante mi scruta attentamente. In effetti ha un che di familiare, dove diavolo l'ho visto? Oh, porc...
E lui mi chiede: "Scusi, ma lei non è una prof...?".
Sì, cavoli, sono una professoressa e ho pure bocciato tuo figlio. Che per la cronaca, era quello che credeva che Gerusalemme nell'XI secolo fosse un centro commerciale (vedi post del 1 maggio).
Mi fido a mangiare le caramelle?

sabato 6 agosto 2011

Lingue taglienti

Per quale motivo una persona prova il bisogno di condividere su facebook frasi sdolcinate, struggenti, per lo più sgrammaticate e sostanzialmente ributtanti?
Quando le leggo si scatena la zitella che c'è in me. Con due amiche, abbiamo così commentato alcune frasine:
- "Nel cuore di un vero uomo c'è spazio solo per una vera donna": ma nel cuore di un coglione c'è spazio per tutte.
- "Gli uomini quando sono innamorati diventano cretini": però qualcuno parte ben avvantaggiato.

Continuiamo?

venerdì 5 agosto 2011

Invitare uomini e donne: istruzioni per l'uso

Qualche giorno fa un'amica mi ha proposto di andare a ballare nel fine settimana. Io ho fatto mente locale: ho voglia di ballare, posso rimandare la mia partenza di un giorno... quindi sì. Tempo di risposta: circa 30 secondi.
Ieri abbiamo pensato di invitare qualche altro amico.
Risposta dell'amico n.1:  "vedo se riesco a liberarmi... semmai ti faccio un trillo".
Risposta dell'amico n.2: "che bello, mi piacerebbe proprio... ti so dire, ci sentiamo".
E qui scattano riflessioni e ricordi. Una mia cara amica (nonchè fedele lettrice del blog) un decennio fa osservava che quando si organizzano cene, capodanni, feste con gli amici uomini, non ce n'è uno che dica di sì subito: danno sempre risposte vaghe, che suonano come un "Se non ho niente di meglio da fare vengo, però mi tengo libero fino all'ultimo, magari nel frattempo mi arriva un invito da Monica Bellucci". Sorvoliamo sul fatto che i soggetti in questione avevano una vita sociale tale da far presupporre che l'alternativa alla nostra cena sarebbe stata una serata da soli davanti alla tv.
Purtroppo però ci sono occasioni in cui gli uomini servono proprio... ad esempio per ballare. Così ci ritroviamo a fare l'esegesi delle risposte: "Semmai ti faccio un trillo" secondo me significa "Non vengo"; "Ci sentiamo" con buona probabilità sta per un "Sì".
Ma per fortuna c'è sempre l'eccezione. Contattiamo l'amico n.3. Risposta: "Grazie, volentieri".
Mai perdere la fiducia nel genere umano.

mercoledì 3 agosto 2011

Basta un refuso 2

Seminario internazionale, uno studente espone la sua relazione sullo sviluppo industriale e le sue conseguenze, in inglese, ovviamente. Lui è un pallone gonfiato talmente gonfio che tra un po' esploderà.
Arriva il gran finale, con enfasi retorica il giovane lancia la frase conclusiva: non c'è sviluppo senza morale, l'Etica deve trionfare anche nei rapporti economici.
Ma dalla platea, anziché l'atteso roboante applauso si sollevano mormorii. Alle spalle del baldo giovane, troneggia nella slide del Power Point una scritta a caratteri cubitali:
"ETHNIC has a fundamental role in development".
Interviene il grande capo, segnala che forse c'è una "n" di troppo prima che qualcuno pensi che divulghiamo messaggi razzisti.
Per la serie: come mandare in vacca un finale a effetto. Visto il personaggio, comunque, me la sono goduta.

martedì 2 agosto 2011

Non è l'amore

Che cos'è che ti fa tenere tenere il telefono acceso notte e giorno nell'attesa di una chiamata?
Che ti tiene incollato al computer e ti fa premere ossessivamente il tasto "Aggiorna"?
Che ti dà speranze, illusioni, ti fa gioire o disperare?
No, non è l'amore: sono le graduatorie degli insegnanti.
Le stanno pubblicando alla spicciolata, sono uscite tutte tranne la mia, se non si sbrigano impazzisco!

lunedì 1 agosto 2011

Come le rose... di plastica

Alla fine è capitato anche a me di prendermi una batosta squallido-sentimentale, secondo quanto postulato dalla nuova legge di Murphy da me formulata nel post del 1 giugno: "Se sembra interessato a te è gay, se non è gay è interessato a una tua amica, e in ogni caso con te c'è una bella amicizia".
E infatti lui aveva perso la testa per una mia amica.
Lui non voleva ferirmi, poverino. Allora anziché dirmelo subito ("Scusa, è stato bello, ma io sono innamorato di un'altra"), gli è parso particolarmente delicato nei miei confronti:
a) sparire per un paio di  settimane lasciandomi lì a chiedermi se lo avessero rapito gli ufo
b) raccontarmi una serie di balle del tipo "Scusa, non mi sento pronto per una nuova relazione"
c) dedicare all'amata vomitevoli frasine e canzoni su facebook (dico, ma mandargliele in posta privata no?).
Quando ti prendi una doccia fredda vedi le cose con improvvisa lucidità: è stato obiettivamente "una merda" (parole sue).

Poi ti capita di vedere la foto della nuova composizione che ha creato sul suo tavolino da salotto: quattro rose bianche di plastica ai lati, una rossa al centro, uno sterminio di conchiglie (di plastica anche loro?) e petali variopinti su base di vetro e cornice di legno massiccio. Allora ti rendi conto che se la cosa tra voi fosse andata in porto, avresti dovuto convivere con un uomo orgoglioso di aver concepito un simile pataccume. 
Decisamente, non tutto il male viene per nuocere.



lunedì 4 luglio 2011

Bridget Jones mi fa un baffo

Animata da una ventata d'ottimismo, ho  deciso di rinnovare il mio parco biancheria.
Così sabato mi sono avventurata nella bolgia del primo giorno di saldi e ho comprato una discreta quantità di reggiseni, mutande e canottiere, rigorosamente tutti uguali così non rischio di sbagliarmi nella scelta.
Ma il pezzo forte sono ben tre pigiami: uno a maniche lunghe, uno a tre quarti, uno pantaloncini e canottiera.
Piena di orgoglio, ho mostrato i miei acquisti agli amici. Responso:
- quello lungo è tristissimo e quello a tre quarti per carità, sembra una divisa da educanda. Bocciati.
- quello corto con la canotta è carino e spiritoso, le ragazze approvano. L'unico maschio della compagnia però lo guarda con perplessità, poi scoppia a ridere e mi dice: "Ma sei matta, non vorrai mica metterlo con un uomo? Ci credo che con te gli uomini diventano insicuri".
Insomma, per farla breve, io non avevo notato la scritta. Vedi foto
 

Transfert

Stanotte ho fatto un sogno strano. Tecnicamente, alla luce delle scarsissime nozioni di psicologia che possiedo, credo di aver proiettato su un mio collega (che nella vita reale è solo, rigorosamente, un amico) qualcosa che riguarda un altro "amico" (che insomma, vabbè, sembrerebbe che ci sia qualcosina, però lui è un insicuro...).

Nel sogno ero nel lettone matrimoniale a casa della nonna, insieme a questo mio collega. Lui aveva un bel pigiama con i bottoni, io no... cioè non avevo il pigiama, e nemmeno il resto. Lui parlava e parlava, io a un certo punto gli saltavo addosso e iniziavo a baciarlo. Poi allungavo una mano per sbottonargli il pigiama e allora lui mi diceva: "No, scusa, è che ho un cerottino qui sul petto e non vorrei che mi si staccasse, meglio se smettiamo".
Ma dico, già di giorno mi imbatto in piattoloni devastanti e indecisi cronici, almeno nei sogni un uomo con le palle no???

domenica 3 luglio 2011

Indecisi

Ho una certa tendenza a imbattermi in uomini indecisi. Di quelli che a parole sono determinati, sicuri di sè, lineari, e poi nei fatti si comportano in modo incomprensibile, fanno un passo avanti e due indietro. Non sanno cosa si perdono.
Nella fattispecie, ce n'è uno che si è perso un'overdose di pasticcio e uno strepitoso budino di frutta, fatti con le mie manine dorate (vedi foto; le mani non sono le mie).
Per fortuna ho un buon carattere, degli amici che apprezzano le mie doti culinarie e la tendenza ad abbondare nelle dosi, così da poter sfamare un esercito con quanto inizialmente previsto per un'eventuale cena a due.
E tanti saluti agli indecisi.

martedì 28 giugno 2011

Indietro nel tempo

A volte si creano delle situazioni che ti catapultano indietro nel tempo.
E' proprio quello che mi è successo ieri: mi sono ritrovata con amici di vecchia data per un pic nic urbano, con annesso festeggiamento cumulativo di compleanni vari (tra cui il mio), come si faceva ai tempi dell'università.
Rispetto a 10 anni fa, la differenza è che adesso parecchi si sono sposati;  tra questi il mio ex storico, non con me evidentemente. Mi ha fatto un certo effetto ritrovarmelo davanti con la moglie: lei mostra in pieno i suoi 20 anni o poco più. Anche lui, solo che lui ne ha quasi 40.
Dopo il primo bicchiere di Prosecco, comunque, avevo già smesso di pensarci. E via con chiacchere selvagge, canzoni, Mozart in versione coro polifonico, pettegolezzi, il tutto condito da abbondanti tramezzini avanzati al rinfresco di un convegno: avere amici ricercatori universitari servirà pure a qualcosa.
A fine serata mi son ritrovata a esibirmi in danze latino-americane super sensuali con l'unica altra donna del gruppo, visto che con gli uomini mi vergognavo; purtroppo si è prodotto un inaspettato effetto "sognoproibitolesbo" che ha attirato l'attenzione dei passanti, tra i quali mi auguro di cuore non ci fossero i miei alunni.

lunedì 27 giugno 2011

La cucina è un'arte che richiede precisione

Mi hanno avvisata all'ultimo momento, devo preparare una torta. Vado sul classico e tiro fuori la ricetta del ciambellone della nonna, al quale conto di aggiungere banane e cioccolato.
Allora, procediamo con velocità:
- 200g di zucchero. Eh, ma se non è troppo zuccherosa mi piace di più. Dimezziamo, anche perchè poi ci aggiungo la vanillina che è dolce di suo.
- un bicchiere di latte. Ma ho in frigo della panna liquida, poi magari scade, mia zia in fondo usa la panna nel ciambellotto. Via, panna liquida anzichè latte. Però per compensare diminuisco la dose d'olio, e anzi, perchè non usare il burro al posto dell'olio?
- mezzo chilo di farina. Ma porc... me n'è caduta di più. E adesso? Aggiungo un po' di latte per compensare. E poi un po' di fecola che vien più morbida, anche se nella ricetta non c'è scritto.
-  scarto la tavoletta di cioccolato. Cavoli, è bianco! E che me ne faccio ora di 200 g di cioccolato bianco? Lo butto dentro, però serve anche quello fondente, quasi quasi recupero quell'avanzo di uovo di Pasqua. E buttiamoci qualcosa di alcolico che sta sempre bene.
Tutto in forno, sarebbe da cuocere a fuoco lento ma io metto a tutto gas che sono in ritardo. Ci vorrebbe la carta da forno ma è finita, io imburro lo stampo e fa lo stesso. Non ho tempo di far raffreddare il dolce, si scodella subito e si mangerà ancora leggermente tiepido.

Risultato: una meraviglia (vedi foto).

domenica 26 giugno 2011

Basta un refuso

"Una citazione da Herman Hesse, TARCISIO e Boccadoro": mi cade il mito di Radio2...

giovedì 23 giugno 2011

Colazioni romantiche

Un amico ha fatto un gesto romantico per la sua bella: mentre lei dormiva, lui le ha preparato la colazione e gliel'ha portata a letto.
Mio zio porta il caffè a letto a sua moglie tutte le mattine, e sono sposati da oltre trent'anni.
Il mio ex una volta mi propose per colazione: tè (1 bustina in due), un pacchetto di cracker e un pomodoro da insalata, per il resto la dispensa era deserta e il frigo anche peggio. Son soddisfazioni.

mercoledì 22 giugno 2011

Maturità

Stamattina è iniziato il carrozzone degli esami di maturità: prova di italiano.
Non si sa per quale motivo, i ragazzi sono tutti ammassati nel tendone della palestra: sembrano sfollati, manca solo la Protezione Civile. Alle ore 8 la temperatura è già sui 30 gradi con umidità al 95%.
Visti da dietro, i maturandi seduti sono una processione di culi in esposizione e mutandoni colorati: ma dico, almeno il giorno dell'esame non puoi fare a meno di metterti le braghe a vita bassa con cavallo all'altezza del ginocchio?
Butto l'occhio sulle tracce. Una riguarda "amore, passione, odio": tremo pensando all'animo poetico dei miei alunni, per i quali il top del sentimentalismo consiste nel contemplare il poster del trattore. Mi tornano in mente i commenti su Dante e la sublime Beatrice: "Ciò prof, ma Dante se a gà ciavà sta tosa sì o no?", "Prof, ma cosa ga fumà Dante per scrivere sta roba?" (chiedo venia per la trascrizione, ricordo che non sono veneta). Per fortuna nessuno sceglie la traccia in questione, sospiro di sollievo.

Alle 15, all'interno della palestra si sfiora la temperatura di combustione della carta. Guardiamo affranti l'ultimo studente che si attarda a finire la prova, tremiamo al pensiero che ha chiesto ben 2 fogli supplementari, per un totale di 8 colonne di minchiate.
Grazie a Dio non toccherà a me correggere questi capolavori!

martedì 21 giugno 2011

Addii ai nubilati

Sabato sono andata con un gruppo di colleghi prof giovani e precari in un locale molto trendy, sperso in mezzo ai campi.
Per l'occasione noi donne eravamo davvero gnocche, chi più chi meno, tutte in vestitino e sandaletti; peccato che a inizio serata una specie di bufera abbia drasticamente abbassato le temperature, facendoci stringere disperatamente i nostri miseri golfini.
A un certo punto vediamo una mezza vestita da sposa, con pantaloni e scarpe da ginnastica: è un addio al nubilato.Dopo tre minuti ne vediamo un'altra, stessa mise, però con un cartello sulla schiena. E poi un'altra ancora: perdiamo il conto. Oh, ma tutte adesso si sposano?
La cena prosegue tranquilla, ridiamo e ci scambiamo aneddoti vecchi e nuovi. Ma ecco che arriva il momento delle animazioni: una voce al microfono sbraita "Tutti in piedi per fare tanti auguri a Jessicaaa che tra pochi giorni si sposaaa".
Al mio tavolo, tranne una coppia felicemente coniugata, siamo solo zitelle e scapoli. Partono i nostri auguri a Jessica:
- Brutta zoccola, sei pure più giovane di me
- Ma possibile che persino 'sta cessa si sposa, tutti si sposano tranne me?
- A bagascia, ti ricordo che un matrimonio su tre fallisce entro 4 anni
- Evvai con le corna!!!
Brindisi! Tanto siamo zitelle, quindi se siamo acide ce lo perdonano.
Tempo 10 minuti, parte la stessa manfrina con un'altra futura sposina, e poi con un'altra, e un'altra ancora.
Il tutto accompagnato da sottofondo musicale, cito a titolo di esempio:
- "Cinque giorni che ti ho perso" di Zarrillo
- "Non ti scordar mai di me" di Giusy Ferreri (" in fondo siamo stati insiemeeee")
- "Il cobra non è un serpente" della Rettore
- "Ricominciamo" di Pappalardo
Va be', ce n'era anche qualcuna un po' più sdolcinata... sospetto però che anche il dj fosse una zitellona DOC, altrimenti non me lo spiego: mancavano solo "Bella stronza", "Ti lascerò" e "Cervo a primavera" per completare l'augurio. Abbiamo comunque provveduto al mio tavolo a colmare la lacuna cantando a squarciagola. Auguuuuuri!

Riprendiamo le fila

Ho smaronato chiunque mi capitasse a tiro, inclusi vicini di casa e cugini di ottavo grado, con il racconto delle prodezze di un tipo che mi piace e a soggetto del quale sussistono consistenti motivi di credere che l'interesse sia ricambiato. Però non si decide.
Eh, con tutti questi pretendenti non ho mica tempo da perdere! Guarda che gli uomini fanno la fila davanti alla porta di casa mia!
A dire il vero, un uomo che mi aspettava davanti alla porta di casa ce l'avevo: è il figlio dei vicini, adorabile. Mi fa grandi sorrisi quando mi vede, quando passa davanti alla mia porta strilla e piange finché non compaio. Chiaro, semplice, lineare, sa quello che vuole: peccato che abbia solo 10 mesi. Questa comunque è la prova che gli uomini non nascono geneticamente indecisi, lo diventano dopo. Purtroppo questi vicini si sono appena trasferiti, così ora il mio pianerottolo è desolatamente deserto.
Nel frattempo, tornando all'uomo di cui sopra, gli amici son passati da consigli del tipo "Guardalo intensamente" a "Sparagli un pomicione davanti a tutti e che sia finita".

mercoledì 1 giugno 2011

Nuove leggi di Murphy

Ultimamente per vari motivi mi è capitato di riprendere in mano le leggi di Murphy sull'amore. Mi sono resa conto che potrei dare il mio modesto contributo alla scienza aggiungendone un paio:

- ASSIOMA DI DELTIA
Se lui è gentile e interessante, è gay.
Se non è gay, vuole farsi una tua amica.
In ogni caso, con te c'è una bella amicizia.

- LEGGE DEL PENSIERO MONOPOLARE MASCHILE
Un uomo non è in grado di fare due cose contemporaneamente.
- COROLLARIO
Un uomo non è in grado di autocommiserarsi perchè non ha una donna, e contemporaneamente accorgersi che la donna della sua vita gli sta passando davanti.

domenica 29 maggio 2011

Beata gioventù

Ultimamente per una serie di motivi mi sento molto giovane e pure gnocca... sarà la primavera. Ma ci pensano i miei alunni ad affossarmi!
Ieri un mio studente ha detto una sciocchezza, a quel punto tutti i compagni hanno iniziato a ridere e io ho commentato: "Be', mi consola vedere che non sono l'unica che con questo caldo perde colpi".
Risposta di un altro alunno: "Prof, ma LUI è giovane!".
Lo uccido?

sabato 21 maggio 2011

Allucinazioni

Arrivati a maggio, mi sembra di vedere i miei studenti ovunque, per strada, in tram, al mercato, ... sempre di sfuggita, però, se guardo con più attenzione mi accorgo che non sono loro. Fin qui tutto normale, a quanto pare capita a molti insegnanti.
La settimana scorsa ne ho visto uno davanti a casa mia alle dieci di sera.
Qualche giorno fa è apparso lo stesso studente, sempre vicino a casa mia.
Stamattina stavo uscendo quando l'ho visto passare davanti al portone (a vetri) del condominio. Esco subito e lui è sparito. Poi mi giro e lo intravedo in fondo al cortile. Se non fosse un tipo tranquillo, inizierei pure ad avere paura.
Questo è troppo. Possibile che abiti nel mio stesso condominio senza che io me ne sia mai accorta?
Memorizzo il colore della maglietta e a scuola controllo: è lo stesso, è proprio lui.
A questo punto devo sapere, vado a parlargli: scopro che la sua famiglia ha comprato un garage nel mio condominio.
La mia salute mentale è a posto, per ora.

venerdì 20 maggio 2011

Torte salate

Ultimamente quando mi sento triste mi viene una voglia spasmodica di fare e mangiare torte salate
Stasera avevo a cena un'amica e per cucinare avevo a disposizione solo 20 minuti scarsi prima del suo arrivo, quindi ho preparato due torte salate al volo.
Una mia coinquilina è entrata, ha visto le torte salate e mi ha chiesto preoccupata "Oddio, cosa ti è successo?".
Non è stato semplice spiegarle che a volte posso anche cucinare non come sfogo, ma per il semplice piacere di farlo.

giovedì 19 maggio 2011

Indovinello

- Accidenti, ho davvero la schiena a pezzi
- Anche io, sono distrutto. Però adesso ci viene bene
- Eh sì, come niente siamo andati avanti per un'ora e mezza
- Però ci mancano ancora le figure nuove

Considerando che questa conversazione tra lui e lei si svolgeva per strada, indovinate:
a) di che cosa stavano parlando?
b) i ragazzini che conversavano a 2 metri di distanza, di che cosa hanno pensato che stessero parlando?

lunedì 16 maggio 2011

Non tutte le ciambelle riescono col buco

Ieri pranzo domenicale con mamma, papà, fratello, figli del fratello in età da asilo/inizio elementari.
Prima di pranzo la situazione si fa concitata: mamma superindaffarata, papà che si lamenta perchè "Ecco, è già l'una, quand'è che si mangia", bimbi che strepitano.
Io stendo i panni, metto su una lavatrice, rispondo al telefono, apparecchio e in contemporanea mi occupo della pasta: sono orribili conchiglie che si incollano tra loro, un po' come fanno le orecchiette secche dell'hard discount. Si formano dei grumi di 4-5 conchiglie una dentro l'altra, chiaramente questi conglomerati si rivelano refrattari a qualsiasi forma di cottura e rimangono perfettamente crudi mentre le conchiglie single scuociono.
A tavola, il bimbo di mio fratello non vuole mangiare e si lamenta "Non mangio la pasta, è dura", "Non è buona, è dura",  e avanti così.
Al quarto "è dura" io gli rispondo: "Sì tesoro, lo so, è poco cotta quindi è un po' dura, ma non c'è bisogno di dirlo quattro volte. La zia ha fatto del suo meglio ma ha sbagliato, ha cotto troppo poco la pasta. Mi dispiace tanto, però tu hai dei bei dentoni e scommetto che puoi mangiarla lo stesso. Se trovi dei mucchietti troppo duri lasciali da parte e mangia il resto. Non tutte le ciambelle riescono col buco, sai cosa significa?".
Io in famiglia passo per isterica, quando ho iniziato a parlare avevo effettivamente un tono scocciato, ma mi sono subito addolcita e penso di aver davvero spiegato al nipotino una cosa fondamentale. Non tutte le ciambelle riescono col buco: nella vita ti capiterà che qualcuno cucini per te, impara fin d'ora che se è buono lo devi esprimere con entusiasmo, e se non è buono cerca di dire lo stesso che è buono, per rispetto alla mamma/nonna/zia/morosa/moglie che ha cucinato.
Il bimbo ha capito, si è interessato alla storia delle ciambelle con e senza buco, ha concluso "però non è tanto dura la pasta, grazie nonna e grazie zia" e ha mangiato tutto.
Lui l'ha capita... com'è che ho conosciuto dei trentenni/quarantenni che invece non ci arrivano?

mercoledì 11 maggio 2011

Prof, ci racconta una storia?

E fu così che le "Metamorfosi" di Ovidio fecero il loro ingresso all'istituto agrario, tra una stalla e un compito sulle misure dei bovini.

Figure retoriche

Lezione di poesia: le figure retoriche.
Allora, io non dico di una "è vecchia", dico "non è tanto giovane": questa si chiama "litote", cioè dire il contrario preceduto da "non". Spesso si usa con una sfumatura ironica o autoironica.
Per esempio, se io dico "Non è che io abbia la vista di un'aquila", che cosa vuol dire?
- Che ti si 'na orba, prof
- Tasi mona!- chiosa la classe.

venerdì 6 maggio 2011

Shopping compulsivo

L'ultima volta che ho mandato a farsi benedire un uomo, dopo qualche giorno mi è preso un raptus, sono entrata in un hard discount e ho fatto 4 borse di spesa: salmone, porcini, cioccolata, biscotti, profitteroles, merendine, nutella, tagliatelle, gnocchi, pizze,coca cola.
In vista delle nozze del mio ex, il raptus shopping è stato duplice: abbigliamento e spasmodica voglia di torta salata.
Ho comprato una minigonna di jeans, poi sono tornata a casa e l'ho indossata con un bel paio di sandali nuovi. Con addosso questa mise, incurante delle temperature freschette e sfoggiando un'aria da femme fatale a ferragosto, sono andata al supermercato a comprare ingredienti per produrre almeno 2-3 torte salate.
Risultato: al banco frigo, un'anima pia mi ha detto "Signora, mi scusi se glielo faccio notare ma qui dietro ha il prezzo".
Così al PAM ora sanno che il mio posteriore costa euro 39 (io la gonna l'ho pagata 12, per fortuna c'era il prezzo non scontato)

Il matrimonio del mio ex

Avete presente quella scena di "Harry ti presento Sally" in cui Sally incontra il suo ex in compagnia della mogliettina? Succede mentre Sally sta cantando al Karaoke una stupidissima canzone.
Questo week-end, se il mio intuito non sbaglia, si sposa il mio ex.
Nessun rimpianto, per carità. Tra l'altro ci siamo lasciati per colpa mia, l'unica colpa sua è di non essere la persona che avrei voluto. Quando l'ho rivisto l'ho trovato selvaggio, incivile, "socialmente inetto", come dice mia madre. Ho trovato selvaggio lui e scema uguale la moglie (che per carità, probabilmente non lo è, ma un po' di acidità concedetemela).
Ma non so perchè, mi viene da augurargli dal profondo del cuore che uno tsunami colpisca l'unica regione del centro Italia non bagnata dal mare, scavalcando la costa.
Non avendo a disposizione un karaoke per cantare canzoni dementi, passerò la notte di sabato a ballare salsa e bachata, alla faccia sua. E vaffanbrodo, mi vesto pure da figarella una volta tanto.

mercoledì 4 maggio 2011

Regole di vita per uomini insicuri

Signori uomini che leggete questo blog (cioè nessuno, credo), vi elargisco una lezione di vita.
Vi piace una donna? Invitatela a uscire.
Ipotesi 1. Lei accetta: con buona probabilità lei contraccambia il vostro interesse, uscite e se son rose fioriranno.
Ipotesi 2. Lei declina l'invito perchè deve lavorare/studiare/andare dal dentista il giorno dopo: vuol dire che lei non è interessata.
Se un uomo che mi piace mi invita a uscire, io accetto anche se questo significherà la mattina dopo alzarsi alle 5 per correggere un pacco di compiti. Se un uomo che mi fa schifo mi invita a uscire, io non gli dico "Piuttosto che con te passo la serata con le nutrie": per gentilezza accampo una scusa ("Mi spiace tanto, devo fare un concorso tra 2 mesi, stasera devo proprio studiare sennò mi si scombina il programma"), ma è umana pietà, niente di più, chiaro?

E veniamo a una cosa da evitare assolutamente: l'eterna indecisione.
Evitate di fare allusioni a inviti ("una di queste sere dovremmo proprio andare a cena/al cinema/a teatro/a contare i tritoni alpini") se poi non siete capaci di invitarmi per davvero. Vi spiego, funziona così: voi dite "Sarebbe bello parlarne con calma davanti a una bella cena", io rispondo "Fantastico, mi piacerebbe", voi a quel punto proponete la data "Sei libera sabato prossimo?" e si esce. Se non siete capaci di concretizzare, fate a meno di alludere, almeno non mi faccio illusioni.
Poi ci sono quelli con cui si esce, ma "da amici". Bello mio, mi son fatta 1000 km per venire a Spotorno al convegno sul rospo ululone dal ventre giallo, dove casualmente saresti stato presente anche tu. E  ho deciso di fermarmi 2 giorni in più per visitare la ridente cittadina inclusi gli stagni limitrofi, sapendo che anche tu avresti fatto lo stesso. Secondo te è un caso? No? E allora ci arrivi da solo o devo farti un disegnino?
Ho capito, cerco carta e matita, meglio il disegnino.

Risparmi intelligenti

Stamattina a scuola ho dovuto stampare un verbale.
Prima di mettermi in fila per accedere all'unico computer della sala insegnanti (tempo medio d'attesa: 20 minuti), sono andata dalla bidella a chiedere un po' di carta. Mi ha risposto che loro non ne hanno più, d'ora in poi si stampa solo su carta riciclata, cioè già stampata su un lato. Bene, ma io dovevo stampare un verbale, un documento ufficiale, non potevo usare il retro delle verifiche di chimica. Fortunatamente da non si sa dove è sbucato un foglio bianco, per oggi è andata.
Un collega mi ha raccontato un aneddoto dal sapore kafkiano. Un giorno aveva bisogno di un paio di fogli, ha chiesto alle bidelle che l'hanno mandato in segreteria, da dove è stato mandato in didattica, dove gli hanno indirizzato all'ufficio-magazzino. Qui un'impiegata gli ha spiegato che dobbiamo assolutamente risparmiare carta, quindi d'ora in poi i fogli li distribuisce solo lei previa compilazione di un apposito modulo. Il modulo, chiaramente, è stampato su un foglio A4, non riciclato; insomma, per avere un foglio devo sprecarne un altro, mi pare davvero un gran risparmio. "Di quanti fogli ha bisogno?". "Lasci perdere, grazie", ha risposto lui.

domenica 1 maggio 2011

I Crociati all'Ipercoop

Lezione di storia, spiego che all'epoca delle crociate Gerusalemme non era solo la città santa, ma era anche una città vivace, un importante centro commerciale...
"Nooo, prof, esistevano già quella volta?".
Osservo l'espressione di sincero stupore sulla sua faccia: no, non era una battuta.
Parte la risata generale, il che mi consola.

giovedì 28 aprile 2011

Tombola!

Stamattina ho riconsegnato delle verifiche di italiano, una mezza strage. Le domande erano del tipo:
- "Come si chiama un verso di 11 sillabe?" (risposta: "endecasillabo"; UNDECASSILABO non è la stessa cosa)
- "Come si chiama un verso di 5 sillabe?" (si chiama quinario, quindi non può chiamarsi QUINDINARIO).
Si è scatenata una mezza rivoluzione: "Ma prof, è la stessa cosa no?. No, non è la stessa cosa.

Altra domanda: di fronte a una poesia composta da tre strofe di 4 versi ciascuna, i pargoli dovevano indicare come si chiama questo tipo di strofa (quartina).
- Prof, perchè nella verifica mi ha scritto "tombola"?
- E tu che cosa avevi scritto?
- Quaterna.
Ecco, appunto. "Quaterna" non è "quartina", "quartina" non è la stessa cosa di "quartino". Prova ad andare al bar a chiedere un quadrisillabo, vediamo cosa ti danno.

mercoledì 13 aprile 2011

Son soddisfazioni

Ricevimento genitori, qualche giorno fa: una mamma arriva accompagnata dal figliuolo, uno scassaballe senza eguali.
Per inciso, il pargolo ha la stessa stazza del mio armadio a 3 ante, e a occhio e croce anche lo stesso quoziente intellettivo.
Esordisco così: "Signora, il ragazzo non studia, non sta attento e soprattutto disturba in continuazione, in classe non sta zitto un secondo".
Vedo la mamma in questione che guarda minacciosa il pargolo, se potesse gli mollerebbe un ceffone. Per un attimo spero che lo faccia davvero, lei che può.
Il pargolo sta con gli occhi bassi, stile cane bastonato, umile e devoto.
Per la cronaca, stamattina in classe scassava le balle più che mai, il pentimento è durato sì e no una mezz'oretta, ma vuoi mettere per me la soddisfazione?

martedì 12 aprile 2011

Gradite sorprese

Ricevo due mail da un prestigioso ente di ricerca.
Nella prima mail mi inviano il programma del corso al quale ho deciso di iscrivermi, dicono. Penso a uno spam, poi mi accorgo che si tratta di un argomento sul quale io in effetti lavoro.
Incuriosita, leggo la seconda mail: si rivolge ai docenti del corso, precisa tra l'altro che la sottoscritta dovrà parlare di questo, questo e questo argomento.
Apro il programma allegato e vedo che in effetti sono tra i relatori.
Gradita sorpresa, per carità, ma magari chiedermelo prima faceva brutto?

Il club delle zitelle

Qualche mese fa, per compensare la mia non brillantissima vita amorosa, decido che è ora di godersi la vita, fare quelle cose che avrei sempre voluto fare, avere tanti amici, conoscere gente nuova e vedi mai, da cosa nasce cosa
Riepiloghiamo:
- Mi iscrivo a un corso di spagnolo pregustando già incontri calienti (c'è chi in questo modo ha trovato marito). Risultato: partiamo come gruppo di tutte donne e un bambino, nel giro di qualche mese ci ritroviamo in due: neanche il numero minimo per prenderci uno  spritz.
- Mi iscrivo a un corso su un programma di computer, pregustando l'allegra compagnia di professionisti rampanti; il corso termina alle 21, l'ideale per proporre una pizza insieme. Passano le settimane, ma la socializzazione è ridotta al minimo; il mio compagno di banco e vicino di PC pronuncia complessivamente 4 parole in tutto il corso. Risultato: imparo a usare un programma che non mi servirà mai, utilissimo.
- Mi iscrivo a un corso di liscio. Risultato: ci ritroviamo in due zitelle e una coppia di pensionati, poi si ritirano anche i due pensionati.
- Mi iscrivo a un corso di balli latino americani. Risultato: proprio quando ero lanciatissima, andavo a ballare 3 volte a settimana, si era formato un bel gruppetto, tanta gente interessante, ... mi rompo una costola. E così va in vacca anche il progetto di iscrivermi a un corso di escursionismo o di nuoto, tanto per darmi un'aria sportiva.

A questo punto rispolvero la vecchia idea del club delle zitelle.
Si organizzano serate per sole donne derelitte ma con stile.
In programma: visione di film strappalacrime e biscotti intinti direttamente nel barattolo della nutella.
E' consentito parlare di uomini solo in termini adolescenziali: ci si scambia aggiornamenti su uomini interessanti che non ci baderanno mai, rigorosamente designati tramite pseudonimi ("Babà mi ha scritto su Facebook!"; "Ho visto Pitagora, mi ha salutata!"); ci si aggiorna sulle nostre favolose conquiste (io annovero un paio di gay e un vecchio panzone).
Per la prossima estate, stiamo valutando una gita sociale a Lourdes.

venerdì 8 aprile 2011

Lezioni di poesia

Cominciamo dalle basi: l'endecasillabo ha 11 sillabe, il novenario 9, ecc.
Domanda: "Prof, ma se in una poesia io ho versi diversi, un endecasillabo, un settenario, un novenario... devo fare la media?". Segue risata collettiva e sguardo perso dello studente ("ma non era una battuta, prof!").

Passiamo ai contenuti.
"Chi vede te vede una primavera
uno strano arboscello che non reca
fiori, ma frutta"
- Ragazzi, a chi si sta rivolgendo secondo voi il poeta?
- A un albero?
- Ma no, a una ragazza!
- E come faccio a sapere che non era un ragazzo?
- No, vedete, al verso 6, "stavi ritta e proterva", è femminile, può essere riferito a un uomo "ritta"?
-  "Ritta"? E certo prof!

Oh ragazzi, io vi posso insegnare a contare le sillabe, ma la poesia è un'altra cosa. Ci sono momenti nella vita in cui senti che le emozioni che hai dentro sono troppo forti e le parole da sole non bastano: serve la musica, serve la poesia. Se voi l'avete provato una volta nella vita, bene. Altrimenti, facciamo così: contate le sillabe e tanti saluti, poi però non lamentatevi se le ragazzine non vi vengono dietro.

La scuola delle nuove tecnologie

Continuo imperterrita ad andare a scuola con la costola incrinata. Qualche giorno fa ho chiesto a un mio alunno di portare la mia borsa in classe e di appoggiarla sulla cattedra.
Risposta: "Prof, non abbiamo più la cattedra".
La cattedra in questione era rotta da inizio anno, il piano del tavolo era solo appoggiato, non ci sono le viti; dopo aver rischiato la vita un po' di volte, un mio collega ha deciso di liberarsene definitivamente.
Soluzione: la cattedra è stata sostituita da un normale banco. Sembra una sciocchezza ma non lo è. Non mi basta lo spazio, non mi ci posso sedere sopra, per non parlare di scene del tipo "Prof, i gessi sono nel cassetto" "Quale cassetto?" "Quello della cattedra". Ecco, appunto.

sabato 2 aprile 2011

A pezzi

Domenica scorsa, dopo aver sgambettato balli latino americani fino a ore indecenti, ho avuto l'intelligente idea di aggregarmi a un gruppo di amici per una tranquilla passeggiatina in montagna.
Risultato: una costola rotta. Stavo camminando in un prato, sono caduta inciampando stupidamente e mi sono ritrovata pancia a terra.
A quanto pare non ci si può fare niente, solo imbottirmi di antidolorifici e aspettare che passi, forse fra un mese.
Nel frattempo non posso portare pesi, che detto a una prof di lettere suona più o meno come dire a un nuotatore di non bagnarsi: giusto per dare l'idea, io di solito giro con il dizionario in borsa.
E tanti saluti ai balli latino americani.

venerdì 1 aprile 2011

La forza dell'esempio

Al posto del classico tema, nei compiti in classe di italiano ho introdotto le più moderne tipologie dette "saggio breve" e "articolo di giornale", nelle quali i miei pargoli dovranno peraltro cimentarsi quando, tra qualche anno, affronteranno l'esame di maturità (per quelli che ci arriveranno).

Di fronte alla novità, molti hanno protestato. Per convincerli, ho spiegato loro che è importante abituarsi fin d'ora a scrivere saggi e articoli perchè altrimenti come faranno il giorno dell'esame di maturità?
"Prof, mi vado a farlo in Terronia come la Gelmini".
Mi sono limitata a precisare "Reggio Calabria, non Terronia". Per il resto, l'osservazione è ineccepibile.

martedì 29 marzo 2011

Ricevimento generale

Oggi ricevimento genitori in grande stile: tre ore consecutive a spiegare a genitori ignari che il figlio adolescente è un cretino, non studia una mazza e in più rompe, parla e disturba in continuazione. Inizio previsto: ore 16.30.
Ore 15: si avvistano le prime mamme. La bidella chiede loro cosa ci fanno lì a quell'ora. Risposta: "Pensavo iniziasse alle 16". Ah, allora... Il bidello, che stava cercando di passare lo straccio in corridoio, è inferocito.
Ore 15.45: i professori iniziano a barricarsi in sala insegnanti per evitare di incontrare genitori prima del tempo.
Ore 16: i corridoi della scuola sono intasati da torme di mamme e papà che cercano la postazione, si iscrivono alle liste sulla porta, cercano di capire come ottimizzare i tempi per riuscire a sentire tutti i prof. Se per caso vedono un prof in corridoio lo aggrediscono.
Nel frattempo, in sala insegnanti una ventina di prof stanno seduti attorno al tavolone e per la prima volta in tutto l'anno scolastico parlano insieme, ridono, si scambiano aneddoti su precedenti ricevimenti, si parla di ceffoni ai figli indisciplinati e dei prof di una volta che ti facevano tornare a casa con il segno del cancellino impresso sulla fronte. Ogni tanto entra un collega, di fronte a questa scena pensa che sia in corso una riunione di dipartimento, poi viene invitato a sedersi nel cerchio. Si ride, si scherza, è bellissimo: la quiete prima della tempesta.
Ore 16.25: decido di avviarmi 5 minuti prima per preparare compiti, registri, schede da mostrare ai genitori e non dover come al solito frugare disperatamente in borsa.
Ore 16.26: Arrivo incolume alla mia postazione evitando di farmi riconoscere dai genitori, ma appena raggiungo il mio posto una mamma si fionda dentro, si accomoda e inizia a parlare. Via alle danze.
Ore 17: Mio figlio non capisce perchè ha insufficiente in italiano. Forse perchè non ha studiato e non sa scrivere? Mostro i compiti del pargolo, il genitore si rassegna.
Ore 17.15: Spiego appassionatamente a una mamma che non sono io che devo "fare l'occhio" alla grafia del pargolo, ma è il pargolo che deve imparare a scrivere.
Ore 17.30: Arriva un ragazzo accompagnato dai genitori, spiego loro che disturba la lezione, non ascolta, non studia neanche per sbaglio e in più non sa scrivere. Loro cadono dalle nuvole.
Ore 17.45: "Mi concede cortesemente un minuto? Torno subito". 10 genitori mi guardano con disprezzo mentre apro la porta del bagno.
Ore 18: Sto perdendo colpi. Mostro i compiti e mi rendo conto che ho segnato come errori cose giuste, che non ho segnato errori, le lettere si confondono. Inizio a confondere nomi, facce, classi.
Ore 18.15: Non sono più in grado di collegare il nome del ragazzo alla classe. "Sono il papà di Daniele" "Daniele chi?". OK, suona male, facciamo "Mi ricorda in che classe è per favore?".
Ore 18.30: ormai la fusione è totale, per riuscire a dire ancora qualcosa di vagamente sensato mi appiglio ai voti in pagella (Daniele? 3A? Sì, buono in italiano e sufficiente in storia). Cerco disperatamente i nomi nel registro, mi rendo conto che è il registro sbagliato. Annaspo.
Ore 18.45: Carlo? Carlo chi? Oddio, che diavolo ho da dire su questo? Come diavolo fa di cognome? Perchè non lo trovo in questa lista? Dov'è il suo compito? Panico!
Ore 19: mi rendo conto che il tempo sta per scadere e io ho ancora una folla di genitori fuori dalla porta. Provo disperatamente ad accelerare il ritmo, ma annaspo sempre più.
Ore 19.15: metto fuori la testa per vedere quanti genitori mi restano. Non male, qualcuno ha deciso di autoeliminarsi.
Ore 19.25: finiti! Incredibile! Inizio a fare un primo giro per riportare pacchi di compiti in sala insegnanti.
Ore 19.30: torno a prendere la borsa e trovo un'altra mamma ad aspettarmi. Stavolta è l'ultima, se non voglio farmi buttare fuori dal bidello.
Ore 19.40: guardo la collega con cui divido l'aula. Il tempo è scaduto, decidiamo di scappare subito prima che ci brinchi qualche altro genitore ritardatario.
Ore 19.45: inserisco le chiavi nella portiera dell'auto, la chiave non gira ma porc...
Ore 19.50: mi rendo conto che quella non è la mia macchina. La mia è uguale, ma parcheggiata due posti più in là.

Educazione alimentare

Oggi in sala insegnanti stavo mangiando tranquillamente la mia barretta di cioccolato, quando un collega mi ha fatto notare che erano tutti zuccheri e grassi idrogenati. Risposta mia: chissene...
Poi è entrato un altro collega obeso con in mano un frutto. 
Un terzo collega ha osservato: "Guarda lei, poi guarda lui, e chiediti dov'è l'errore. Dopo di che lasciale mangiare in pace la sua cioccolata".

lunedì 28 marzo 2011

Grammatica impertinente

Alcuni verbi bastano da soli a fare una frase di senso compiuto: ad esempio, "Piove".
Con altri verbi, invece, non basta avere soggetto e verbo perchè la frase abbia un senso. Ad esempio, se dico "io inseguo" voi vi chiedete "che cosa?", e quindi per avere una  frase compiuta mi serve un complemento oggetto. Con "io do" ci chiederemo "che cosa" e "a chi".
- Bene, vediamo se avete capito, ragazzi. "Io compro", cosa vi chiedete?
-"Che cosa?".
- Ma se dico "Io dormo", voi cosa vi chiedete?
- "Con chi?"

domenica 6 marzo 2011

Gli esami non finiscono mai

Ho battuto il mio record personale: ho esaminato quasi 200 persone in un'unica sessione, correggendo i compiti e registrando i voti a tempo di record.
Il giorno della registrazione mi presento bellina bellina e piena di buona volontà: "Ragazzi, chi vuole vedere il proprio compito corretto può chiedermelo, penso sia importante per voi del primo anno capire come mai avete preso un voto basso, che cosa avete sbagliato, sono disponibile a spiegarvi...". Vedo gente che annuisce con entusiasmo.
Poi annuncio che procederò così: prima chi deve solo registrare, poi chi richiede di vedere il compito.
Si alzano 199 persone. Una muraglia umana. Dopo di che anche l'unica che voleva vedere il compito decide di far finta di niente e infilarsi nel gruppone.
Dopo un'ora di cognomi, computer, firme sul libretto, gente che si è scordata di iscriversi... inizio a confondere nomi, cognomi, facce, voti.
Dopo due ore sono ancora lì con le poche volenterose che si sono fermate per richiedere un'integrazione orale all'esame. Si fa anche questa, poi viene il momento dei saluti.
Mi dicono che il corso è piaciuto, mi chiedono se ci sarò anche l'anno prossimo, se faccio altri corsi.
Rispondo che non ne ho la più pallida idea, che il mio contratto scade e non so cosa succederà dopo, che intanto mi barcameno tra lavori diversi per pagare l'affitto perchè se contassi sull'università farei la fame. So che non dovrei dirlo, ma mi sono anche stancata di far finta che tutto vada bene.
Le ragazze mi consolano, mi esortano a fare la fuga all'estero, "Lei che è così giovane". Rispondo che ci provo, ma che non sono poi così giovane. E dopo un po' rivelo anche la mia età (e già mi immagino tra i corridoi "Oh, ma lo sai quanti anni ha la prof?").
Saluti, in bocca al lupo prof, in bocca al lupo a voi, ragazze, per i vostri studi.
E fino alla sessione di giugno non se ne riparla più.

Er panza colpisce ancora

Ok, so di non essere esattamente uno schianto (ma neanche da buttar via, eh).
So di non esser proprio di primo pelo (ma neanche in età pensionabile).
Ma accidenti, qualcuno mi spiega perchè quando mi trovo in un ambiente pieno di trentenni/quarantenni simpatici, gentili e interessanti, l'unico tentativo esplicito di abbordaggio lo devo ricevere da un sessantenne alto un metro e un tappo, panzone e grondante acqua peggio della fontana di Trevi?

venerdì 4 marzo 2011

Vamos a bailar

Mi son finalmente decisa: ho iniziato un corso di balli caraibici. Adesso la sera anzichè perdere tempo su facebook e sul blog (be', mica tutte le sere) vado a sgambettare in una palestra oppure in discoteca.
Finora tutto bene, al di sopra di ogni aspettativa.
Primo: non siamo tutte donne, non sono tutte coppiette, non sono tutti minorenni e nemmeno tutti pensionati (vedi esperienza l'anno scorso con il liscio).
Secondo: nessuno mi rompe le scatole perchè porto le ballerine rasoterra anzichè i tacchi. Quando ho visto la maestra in scarpe basse ho deciso che questo è il corso che fa per me. Puoi andare in tuta, con i jeans, con lo scafandro o in abito da sera, non ci fa caso nessuno.
Terzo: nessuno ha provato a dirmi di essere più sensuale, ancheggiare, sculettare. Oh, sarebbe come dire a uno scemo "devi essere intelligente" o a una racchia "devi essere bella". Sono cose che magari vengono da sè, con il tempo, ma non si possono comandare. Sarò anche sensuale come il mio frigorifero ma mi diverto, torno a casa canticchiando e saltellando.
L'unico neo è che le serate sono il venerdì e io chiaramente il sabato alle 8 lavoro. Devo dire però che ho già fatto una prova e non è andata male: sabato mattina guardando le facce dei miei studenti mi sono resa conto che loro erano molto più morti di sonno di me.

venerdì 25 febbraio 2011

Se tutti fossero gentili

Mezz'ora fa mi è successa una cosa surreale.
Stavo rientrando a casa in macchina, vedo un posto libero (l'unico) e mi ci butto a pesce.
Immediatamente noto un furgoncino accostato sul lato opposto della strada, il conducente abbassa il finestrino e mi dice: "Signorina, stavo parcheggiando". Senza bestemmie, senza insulti, senza gestacci.
Io rispondo "Scusi, mi tolgo subito" e riaccendo il motore. Nel frattempo, una macchina che era giunta alle mie spalle si ferma per farmi uscire. Chiaramente non riesco a ingranare la retromarcia, non capisco subito che l'altra auto mi sta facendo uscire quindi perdo tempo, e nessuno strombazza, nessuno mi fa gesti.
Uscendo mi ritrovo accanto al furgoncino e visto che entrambi abbiamo ancora i finestrini abbassati, rallento due secondi e gli dico "Mi scusi"; lui sorride e mi saluta con la mano.
Non ho sognato, davvero è andata così. Come sarebbe più bello il mondo se tutti fossero più gentili.

PS: Per la cronaca, poi ho fatto il giro dell'isolato e mezzo minuto più tardi ho parcheggiato in un posto che si era liberato nel frattempo.

domenica 20 febbraio 2011

Dell'utilità sociale di Facebook

Immaginate di incontrare un uomo carino (vedi post del 13/2 per la definizione di "carino"), interessante, simpatico, gentile, dell'età giusta e single. Roba da non crederci.
Poi arriva il momento in cui ti chiede l'amicizia su facebook, tu la concedi e immediatamente vai a curiosare nel suo profilo per scoprire di tutto di più sulla sua vita. Entri nella sua bacheca e scopri una serie di messaggini del tipo: "Per ki vuole qualcuno ke gli fà tante cocole".
Scritti da una quindicenne ci potrebbero anche stare. Ma porca miseria, hai 40 anni suonati...
E sorvoliamo sulle sgrammaticature.
Ecco, diciamo che facebook ti permette di scoprire in pochi click orientamento politico, stato civile, quoziente intellettivo e età mentale: normalmente avresti dovuto fare lo sforzo di creare un'occasione di conversazione. A questo punto ne faccio anche a meno, grazie.

martedì 15 febbraio 2011

Soldi buttati

Sapete qual è il principale problema delle scuole italiane, quello che più ci angoscia tutti, docenti, studenti, genitori?
Forse il tetto crollato dell'aula di informatica? La mancanza di sapone e carta igienica? La palestra inagibile? La carenza di carta (l'unica stampante a disposizione dei docenti è fornita di ben 3 fogli alla volta, non uno di più)? La biblioteca scolastica (peccato che quella di Alessandria d'Egitto sia andata a fuoco, altrimenti avremmo potuto chiedere loro di cederci qualche libro, sarebbero stati più nuovi dei nostri)?
Nooo. Il vero problema, quello per cui vale la pena spendere soldi subito, è la PRIVACY.
E così da oggi ogni singolo studente e docente della mia scuola è fornito di un libriccino in carta patinata a colori, dal titolo "La privacy sui banchi di scuola".
Ora grazie all'illuminante libello so che la scuola è autorizzata a raccogliere e gestire i dati degli studenti (ma va, io pensavo che le iscrizioni fossero anonime), che l'uso del cellulare e della videocamera sono proibiti dai regolamenti di istituto, che posso dare temi in cui chiedo di raccontare vicende personali senza rischiare la galera.
Ma dico, c'è mai stato un solo studente, genitore, docente o bidello che si sia lamentato della mancanza di privacy a scuola? Valeva la pena spendere soldi per un problema che nessuno sente? Perchè non chiedono a noi di che cosa avremmo bisogno?
In sala insegnanti volano commenti del tipo "Mi se sbaruffo con mia moglie possono anche intercettarmi". Ecco, appunto.

domenica 13 febbraio 2011

Lui è carino? No, fuma

Ultimamente, da brava zitella, mi ritrovo abbastanza spesso a parlare di uomini con le amiche.
Qualche giorno fa raccontavo a un'amica di aver scambiato due chiacchere con un ragazzo, lei mi ha chiesto "Com'è, è carino?" e io le ho risposto "Insomma... fuma".
Un paio di giorni dopo, con un gruppo di colleghe commentavamo lo scarso campionario maschile presente nel nostro ridente luogo di lavoro. "Pinco è proprio carino, uno di quelli che ti cedono il passo per entrare in ascensore", "Pallino è un cesso, vuole sempre avere ragione lui".
Insomma, 3 volte su 3 il fatto di essere "carino" non aveva niente a che fare con l'aspetto fisico.
Dicono che le donne, quando considerano un uomo, lo considerano nell'insieme; viceversa gli uomini si fermano al dettaglio dell'aspetto esteriore, che tradotto vuol dire "faccia, tette, culo" non necessariamente in quest'ordine.
In genere non amo queste generalizzazioni su uomini e donne, anche perchè non corrispondo quasi mai a quelle che dovrebbero essere le caratteristiche femminili universali. Tuttavia mi torna in mente un mio ex-amico che secoli fa sosteneva di essere stato subito molto colpito dalla mia intelligenza, ma tempo dopo si lasciò sfuggire che la prima cosa che aveva notato di me era il lato B. Ecco, appunto.

mercoledì 9 febbraio 2011

I segati

Tema: italiano e dialetto.
Svolgimento: "Secondo me i dialetti sono importanti, ma non devono essere isegati a scuola".
Il dubbio è lecito: tra la "i" e la "s" intendeva inserire una "n" oppure uno spazio?
I dialetti non devono essere segati. Forse i dialetti no, ma gli studenti che non sanno dire tre parole consecutive in italiano sì.

lunedì 31 gennaio 2011

la regola dell'accento

Oggi a scuola ho sfoderato il mio grande classico:
accento sì o accento no? Ad esempio:
"né questo, né quello", però "ne vorrei ancora un po'";
"là nella capanna", "la mamma ride"
E poi ragazzi? Si/sì, se/sé, da/dà.
"Vengo da Padova" senza accento.
E un esempio con l'accento, ragazzi?
"Prof, la mia ragazza me la dà".
Perfetto, te la dà con l'accento.
E se invece non te la dà?
Ti dà il due di picche, ma sempre con l'accento.
Credo che non l'avessero mai pensata da questo punto di vista.

domenica 30 gennaio 2011

Altro che brain drain

Oggi una mia amica che vive in Germania mi ha benevolmente sgridata perchè non mi do abbastanza da fare per trovare uno straccio di uomo, gli anni passano e io resto zitella. Eppure, le ho assicurato, non è che sto sempre chiusa in casa: esco, vedo persone, faccio cose, corso di spagnolo, di ballo liscio/tango/nazionalpopolare/salsaemerenghe, conferenze, cineforum. Solo che ovunque io vada trovo solo donne o eventualmente qualche maschio con fidanzata al seguito. "Ma come" ha reclamato lei, "se qui in Germania i corsi di lingue/ballo/fotografia sono pieni di uomini single, e spesso proprio italiani!".
Ecco, appunto: a quanto pare gli uomini single, intraprendenti e con qualche interesse diverso dal calcio hanno preferito espatriare. In Italia gli uomini single over 35 passano la serata a guardare la tv. Insomma, o sono cretini oppure sono pigri/timidi/insicuri.
Qui non si tratta solo della fuga dei cervelli, l'avvenire della nazione è messo in pericolo da ben più gravi dinamiche sociali. Per le donne single, due soluzioni possibili: espatriare o provare a rassicurare l'uomo insicuro. Nel secondo caso, meglio ricorrere a metodi molto basic, niente sottointesi, niente allusioni che non capirà, nessuna speranza che si tolga il prosciutto dagli occhi: io suggerirei un disegnino.

sabato 29 gennaio 2011

E Beatrice disse "Hello!"

A scuola ci sono momenti in cui ti cadono le braccia, ma obiettivamente ti viene da ridere. Finora ho usato facebook per condividere quelle perle di saggezza che proprio non potevano essere lasciate all'oblio; ora provo con il blog, ma mi piacerebbe poter recuperare anche qualche perla del passato, perchè a scuola non si finisce mai di imparare.
Ad esempio, ho recentemente scoperto che Beatrice era poliglotta, infatti "Tanto gentile e tanto onesta pare la mia donna quando saluta in tutte le lingue del mondo".
Petrarca a passi tardi e lenti, attraversò le Ande.
Mazzini invece aprì un locale, "la Giovine Italia".

Viva la ricerca

Quando il sabato sera ti ritrovi davanti al computer e cerchi invano di scrivere un articolo, ti rendi conto che devi davvero amare molto la ricerca.

venerdì 28 gennaio 2011

Giorno della memoria

Ieri era il giorno della memoria.
Nella mia scuola abbiamo portato qualche centinaio di ragazzini a vedere un film straziante, uno di quei film che parlano dei campi di concentramento e che ti prendono allo stomaco, ti lasciano senza parole. Peccato che ogni 15 minuti sul grande schermo apparisse la scritta "Aggiornamento automatico di Windows. Riavvia ora".
Comunque è andata meglio dello scorso anno, quando una circolare invitò i docenti a rispettare un minuto di silenzio per commemorare le vittime dell'Olocausto; il minuto di silenzio sarebbe stato annunciato da tre squilli di campanella. Peccato che pochi insegnanti avessero letto la circolare, visto che era uscita all'ultimo minuto; di conseguenza il ripetuto suono della campanella fu liberamente interpretato da ognuno... Io ad esempio mi trovavo in un'ala della scuola in cui la campanella non si sentiva assolutamente, quindi continuai a far lezione (cosa che feci, peraltro, anche il giorno della prova di evacuazione, quando i bidelli vennero a chiamarci in classe; in caso di incendio saremmo rimasti allegramente carbonizzati). Alcuni colleghi invece sentendo la campanella ripetuta tre volte la scambiarono per il segnale antincendio, quindi portarono le classi in cortile.
Per la serie: come mandare in vacca anche i più nobili intenti.

martedì 25 gennaio 2011

Bene, è ufficiale: il blog dideltaindelta era una solenne boiata.
L'avevo creato solo ed esclusivamente perchè ero costretta a farlo per superare un esame SSIS. L'avevo creato la sera dell'ultimo giorno valido e avevo elemosinato commenti tra le mie coinquiline per mostrare che funzionava.
E ora? Ora che non sono più costretta a farlo, quasi quasi lo riapro solo per il gusto di vedere se funziona ancora. Scrivo spesso su facebook commenti sulle mie disavventure scolastiche, quasi quasi potrei iniziare a scriverle qui.