(ex?) zitella... ex precaria!

mercoledì 28 ottobre 2015

Questionario di selezione uomini

1) Ga tu a morosa?
- sì : FINE
- no: vai alla domanda 2
2) Ga tu el moroso?
- sì : FINE
- no : vai alla domanda 3
3) Te piase
- a figa : vai alla domanda 4
- el tronco : FINE (ma tuti mi???)
4) Ga tu
- pì de 35 ani e manco de Berlusca : vai alla domanda 5
- manco de 35 ani : torna a ciucciare el late daa teta de to mare FINE
5) Ga tu un lavoro
- fiso : vai alla domanda 6
- cococo : FINE
(no: neanca sto a domandargheo)
6) Quanti schei ciapi tu?
- come mi o de pì : vai alla domanda 7
- manco de mi : morto de fame FINE
7) A casa xea tua?
- sì : vai alla domanda 10
- no : vai alla domanda 8
8) A casa xea dei tui?
- sì : vai alla domanda 9
- no : FINE
9) Ghe si tu tanto afesionà ai tui?
- sì : FINE
- no : vai alla domanda 10
10) Quante stanse (de leto) ga a casa?
- do o pì de do : vai alla domanda 11
- manco de do : morto de fame FINE
11) Bai tu a salsa?
- sì : vai alla domanda 14
- no : vai alla domanda 12
12) Va tu in montania?
- sì : vai alla domanda 13
- no : FINE
13) Te piasarìa a imparar a baear a salsa?
- sì : vai alla domanda 14
- no : FINE
14) A salsa…
- portoricana : FINE
- cubana : vai alla domanda 15
15) Par ti, Berlusca
- xe un figo : FINE
- xe un mona : se te sì rivà fin cuà, ciapa el me numero de teefono, ciamame subito che no stoo là a spetarte, e portame fòra

Expo, alla faccia!

Alla faccia di chi mi diceva "Non vado all'Expo, costa un sacco di soldi"
Alla faccia di chi mi diceva "Ci sono troppe code, 10 ore per il Giappone!". E se poi gli facevo notare che non è obbligatorio visitare il padiglione del Giappone, ci sono decine di padiglioni interessanti senza fila... "Eh, ma dove non c'è fila vuol dire che non c'è niente da vedere!"
Alla faccia di chi mi diceva "Per mangiare spendi un sacco di soldi, una pizza 30 euro". E tu sei pirla se con tutto lo street food del mondo vai in pizzeria.
Alla faccia di tutti\questi e molti altri... io ad Expo ci sono stata proprio nell'ultima settimana di apertura, quando in teoria dovevo fare ore di fila per non vedere niente spendendo una montagna di soldi. E mi sono pure tirata dietro il mio recalcitrante compagno.

Siamo arrivati a mezzogiorno. C'era un po' di fila ma io avevo il biglietto comprato su internet (costo: 20 euro in due) con ingresso prioritario. Un signore ci ha urlato "Voi, con quel biglietto, da questa parte!". Alle 12.05 eravamo dentro.
Abbiamo visto un sacco di cose. Alcuni padiglioni erano piccolini ma carini, altri non erano niente di mirabolante. Abbiamo deciso di fare almeno una coda da 45 minuti, tanto per poter dire che l'avevamo fatta; col senno di poi potevamo risparmiarcela, c'erano altri padiglioni da vedere senza troppa attesa e ugualmente belli, se non di più.
Abbiamo pure incontrato una celebrity: abbiamo visitato il padiglione della Cina gomito a gomito con Formigoni, solo che lui non ha fatto la coda (che comunque era di 20 minuti, niente di che).
Abbiamo pranzato con un menù della Guinea equatoriale a 12 euro (riso, carne, verdure, frittelline di pollo e di verdure), merenda con dolcetti sloveni (sui 4 euro l'uno, ma così enormi che un pezzo me lo sono portato a casa). Cena in treno con panini comprati al chiosco dei Fratelli Beretta: 2,5 euro l'uno, e pure buoni.

Tanta, tanta gente. Mai vista tanta gente tutta insieme. 
Ma che bella atmosfera, una specie di sagra paesana versione internazionale all'ennesima potenza. E poi, lo confesso, tanta soddisfazione nel poter dire "Io c'ero".



giovedì 8 ottobre 2015

Il centralinista

Odio dover chiamare il CUP (Centro Unico Prenotazioni) per le visite in ospedale. Devi schiacciare venti bottoni per poi essere messa in attesa venti minuti con una musichina orrenda... e alla fine ti risponde un'operatrice incazzosa che ti urla addosso per qualsiasi scemata.
Oggi mi aspettavo una risposta del tipo "Richiami tra due anni che se riapriamo le liste la mettiamo in attesa".
Invece mi risponde un uomo dall'accento romanaccio:
"So' Silvano, in che posso aiutarla?"
Spiego che devo prenotare una visita. Mi chiede la mia data di nascita.
"Aho, ma sa che se era nata a maggio era mejo? Peccato". Non indago e comunico il numero di prenotazione.
"Ammazza quanti 3 che c'ha 'sto numero". Non indago nemmeno su questo.
"Accidenti signo', c'è un problema". Porca miseria, il mio medico avrà ancora sbagliato a farmi la ricetta?
"No, è che ce stà mi' padre qui affianco che scassa. Mo vedo se se po' aggiustà...   ecche è! Ma lei è una maga! Baciata dalla fortuna! C'ho un posto tra un mese!"
Chiedo se riceverò la conferma dell'appuntamento via mail.
"Guardi, ie mando tutto: mail, piccione viaggiatore, e pure mi' padre che ie porta la ricevuta a casa".

Solo quando ho ricevuto la mail di conferma, ho avuto la certezza di non essere vittima di una candid camera.
Grazie di esistere, Silvano, e di avermi dato una ragione per chiamare serenamente il CUP.

lunedì 5 ottobre 2015

I dannati del clacson

Lettera aperta alla signora che mi ha strombazzato selvaggiamente  10 minuti fa

Cara signora,
Mi sfuggono le ragioni del suo gesto. Stavo evidentemente parcheggiando la mia microutilitaria con un'ardita manovra in retro marcia.
Per arrecare meno disturbo possibile, ho lasciato passare le macchine prima di intraprendere la manovra, rimanendo accostata.
Poi sei arrivata tu al volante del tuo transatlantico e hai iniziato a strombazzare. Io più di così non potevo accostare, allora ho iniziato la mia manovra in retro, dopo aver inserito tutte le frecce del mondo. Sei passata, ti sei fermata un attimo per farmi un gestaccio, poi sei ripartita. Complessivamente la mia manovra ti ha fatto perdere al massimo 30 secondi, inclusa la pausa gestaccio.
Mi spieghi cortesemente quale sarebbe la mia grave colpa? Voler parcheggiare?
Non ti lancio qualche maledizione solo perché risparmio la fatica, tanto avranno già provveduto tutti i vicini che hai svegliato con il tuo selvaggio clacson.

lunedì 28 settembre 2015

La prima stanza

Finalmente è pronta la prima stanza del nostro futuro nido d'amore. Il "nido" è un'enorme casa in campagna la cui costruzione sta richiedendo grossomodo lo stesso tempo della basilica di San Pietro.
Ma finalmente la prima stanza è pronta. Che bello sederci lì, su due sgabellini, a parlare, a fare progetti...

Peccato che la stanza sia il bagno. Il romanticismo non sarà al massimo, ma vuoi mettere la soddisfazione?




sabato 29 agosto 2015

Uscite romantico-culturali

Ci sono momenti in cui dubiti della solidità della tua relazione sentimentale. Ad esempio quando lui, per convincerti della vivacità culturale del paesello suo (dove ti appresti a trasferirti lasciando il tuo appartamento in centro città), ti porta a un concerto di una cover band di Ligabue.
Già se fosse quello vero avrei i miei problemi a reggerlo per più di 20 minuti, ma il finto Liga davvero è una cosa raccapricciante. Momenti topici del concerto:
- il finto Liga con gesto trasgressivo butta a terra il giubbino in fintissima pelle. Ma subito dopo lo raccoglie e lo sistema per benino con la mano, che gli deve durare anche per l'anno prossimo, non si può mica sciupare
- il finto Liga nell'entusiasmo della canzone gira il microfono verso il pubblico aspettandosi il boato. Silenzio di tomba, nessuno canta
- il finto Liga ringrazia i suoi fans che stanno cantando e ballando con lui. Lo sguardo cade su qualche bambino dell'asilo che salta davanti al palco, mentre poco più in là ci sono ben tre o quattro signore che saltano e cantano. Per il resto, la piazza è affollata ma sono tutte persone sedute ai tavoli della sagra a mangiare pesce fritto e salsicce.

Ci sono poi momenti in cui riacquisti fiducia nella solidità della tua relazione. Ad esempio quando ti rendi conto che il concerto fa schifo anche a lui, ci ridete sopra e quindi ve ne andate a visitare la mostra di Vespini d'epoca.

Cuore di zia e i piccoli rapper

Accendendo il computer stamattina ho pensato che la data fosse sbagliata: non può essere già finito agosto.
Invece sì, e allora mi lascio andare ai ricordi dell'estate.
Ho fatto un bel viaggio con la mia dolce metà (che sta sempre benissimo ma in vacanza gli fa male la gamba e non può camminare).
Ho accompagnato papà al paesello natale in sud Italia, per una full immersion tra passato e presente alla risperta del mio lato partenopeo.
Ho passato del tempo con la mamma e parenti vari nel paesello natale suo, che ha l'innegabile vantaggio di essere una località di mare.

Il ricordo dell'estate sarà la colonna sonora delle giornate al mare con i miei nipotini. Cuore di zia colpisce ancora...
Quando ero bambina, per noi cuginetti la colonna sonora dell'estate era "Tutti al mare... tutti al mare... a mostrar le chiappe chiare", cantata a squarciagola strada facendo. Ci sentivamo tanto trasgressivi.
Quest'anno invece andava per la maggiore Cremonini, "Buon viaggio": mi sono sentita molto "zia up to date" visto che per fortuna la conosco anche io. Confesso invece la mia inadeguatezza di fronte ai bimbi rapper che cantano Fedez a 5 anni.
A proposito, Fedez: nell'improbabile ipotesi che tu legga questo blog, desidero informarti che le tue canzoni spopolano all'asilo. Sappilo.


lunedì 20 luglio 2015

Manifestazioni antimigranti: sei motivi per non partecipare

Ho ricevuto su facebook l'invito a partecipare a una "manifestazione antimigranti".
Ecco un "decalogo" (in realtà sono solo 6 punti, ma si potrebbe allungare la lista, confido nei commenti) dei motivi per cui non partecipare a una manifestazione antimigranti:
1. Quelli contro cui si manifesta non sono migranti ma rifugiati, scappano da zone di guerra e il loro stato è riconosciuto e tutelato in ogni paese civile
2. A indire questa manifestazione sono gli stessi che la settimana scorsa hanno avuto la bella idea di entrare negli appartamenti destinati ai profughi e dar fuoco a mobili e materassi, oltre a impedire la consegna del cibo ai profughi stessi. Stare vicino a gente del genere mi fa paura
3. I migranti (e anche i profughi, i rifugiati, ...) sono esseri umani. Io manifesto per una causa, ma non manifesto mai contro delle persone, soprattutto se queste persone sono in fin dei conti dei poveracci
4. La maggior parte delle persone che parteciperanno alla manifestazione, è convinta che questi profughi (che secondo loro sarebbe sinonimo di "clandestini") arrivino in Italia, ricevano 35€ al giorno vitanaturaldurante, siano alloggiati in alberghi a 4 stelle in località turistiche, e dopo un po' abbiano casa e lavoro garantiti dallo Stato, oltre al fatto che se fanno venire anche il nonno questo si becca la pensione senza aver versato nemmeno un contributo. Ecco, se uno crede a queste boiate non voglio averci niente a che fare
5. Non dico che le cose vadano bene così, c'è obiettivamente un problema legato alla gestione degli sbarchi. Non è nemmeno un'emergenza, è una situazione che va avanti da anni. Ma se un comune con 200.000 abitanti non è capace di gestire 100 profughi, forse il problema non sono i profughi ma chi organizza l'accoglienza. D'altronde il discorso vale in generale per l'Italia, che da anni non si mostra all'altezza della situazione, e la colpa non è certo di cerca di salvarsi la vita scappando da guerra, fame, miseria
6. Per partito preso, non parteciperei mai a una manifestazione la cui locandina presenta lo slogan: "PARTECIPA ANCHE TE!"

giovedì 16 luglio 2015

Per l'abolizione del ferro da stiro



Fa così caldo che mia suocera ha rinunciato a stirare le mutande.
Esprimendo la mia approvazione, le ho confessato che io non le ho mai stirate in vita mia. E nemmeno i calzetti, le lenzuola, le federe, gli asciugamani, le canottiere, le magliette, i jeans, i pigiami, i maglioncini, gli strofinacci, le tute, gli abiti "da casa", i dolcevita, i leggings, ...

In realtà nel parlare con lei mi sono limitata alle mutande, credo che le rivelazioni vadano sempre fatte in modo graduale per evitare shock eccessivi.

mercoledì 15 luglio 2015

Buona scuola e bufale gender


Da giorni, alcuni miei conoscenti stanno diffondendo su facebook appelli contro la "Buona scuola" di Renzi: da settembre, corsi gender obbligatori per tutti, dall'asilo alle superiori!
Si comincia all'asilo con il pene in peluche e vari giochini, tipo palparsi i genitali a vicenda.
Si continua alle elementari con il gioco del dottore sotto l'occhio vigile (e bavoso) degli insegnanti.
Si approfondisce alle medie con i corsi di "educazione all'affettività", in cui insegniamo ai ragazzi a masturbarsi e li incoraggiamo all'omosessualità.
Resto in attesa di sapere cosa la riforma prevederebbe per le superiori, immagino come minimo orge di gruppo docenti compresi.



Sono delusa e amareggiata. Io ho anche provato a spiegare che si tratta di panzane colossali, ma come fai a dialogare con qualcuno che è seriamente convinto che dall'anno prossimo le Linee guida (non si sa di cosa) prevedano il gioco del dottore obbligatorio in classe?

Sono anche preoccupata. Girano appelli deliranti, si invitano i genitori a leggere il POF, a verificare quali sono le attività curricolari ed extracurricolari, a farsi eleggere come rappresentanti nei consigli di classe per vigilare, impedendo che corsi malefici quali "educazione sessuale" siano messi in programma.
Ora, magari finalmente i genitori si interessassero a cosa fanno i figli a scuola, magari si facessero eleggere rappresentanti: ogni anno assisto a scene pietose quando è il momento di votare due rappresentanti, e scopri che su almeno 40 genitori non ce n'è uno che sia disposto a partecipare a 2-3 riunioni in un anno.
Quello che mi spaventa, è che l'anno prossimo ci possano essere genitori pronti a lottare per bloccare le "attività extracurricolari improntate a un'educazione gender" (che non si sa cosa sia).
Tanto per far capire di cosa si tratta, riporto qui qualche esempio di "attività extracurricolari" (note anche come "progetti"):
- educazione stradale: un vigile urbano spiega ai ragazzini perchè non bisogna truccare il motorino, quali sono i rischi se vai in moto senza il casco, perchè è importante rispettare le regole della strada anche quando si va in bicicletta
- educazione alla salute: incontri con un nutrizionista (che spiega perchè è dannoso ingozzarsi di merendine mentre è importante mangiare frutta e verdura), oppure sensibilizzazione su fumo e alcool (contando che i quindicenni fumano e si sbronzano di continuo)
- prevenzione andrologica: per i ragazzi più grandi (17-19 anni), incontro con un andrologo e visita medica (facoltativa, solo con autorizzazione firmata dai genitori), fondamentale da quando non si fa più la visita di leva
- intercultura: incontri con associazioni che presentano progetti di cooperazione internazionale o simili
- educazione all'affettività e lotta al bullismo: incontri con psicologi/educatori della ASL per riflettere sul rapporto con gli altri, facendo capire ai ragazzi che quello che fa stare male me fa stare male anche gli altri (si chiama empatia) e che quindi anche se mi sembra molto divertente prendere in giro in gruppo il ragazzino più debole, forse magari non è tanto il caso di farlo.

Ecco, questi sono i temutissimi progetti contro cui bisogna vigilare!
I professori non devono imporre nulla, che si limitino a insegnare letteratura, matematica, geografia.
Che se io voglio che mio figlio cresca bullo, omofobo, razzista, abbuffandosi di merendine e ingravidando ragazzine, è una mia libera scelta e la scuola non deve impicciarsi.

venerdì 26 giugno 2015

Cose da cefalgici

Chi soffre di emicrania non può vivere senza i farmaci. Quando ti viene un attacco, spaccheresti la testa contro il muro per la disperazione e urleresti per il dolore: allora, solo un pasticcone può salvarti.
Porto i miei pilloloni in borsetta ovunque vada, e il mio incubo peggiore è trovarmi senza alla vigilia di  ferragosto.
Ma quando ti rendi conto che il farmacista non ha più bisogno di chiederti il nome per prendere le ordinazioni, in quel momento capisci che essere considerata un'habituée della farmacia non è il massimo.

martedì 23 giugno 2015

Maturità t'avessero preso prima

E' tempo di esami di maturità. E ovviamente mi hanno beccata.
Così parto ogni mattina per fare un'oretta di macchina e arrivare a esaminare i miei bei ragazzotti del Professionale, tutti appena scesi dal trattore o usciti dalla stalla, rimessi a nuovo per l'occasione nelle loro camicette (i colleghi dicono che in cinque anni non li hanno mai visti vestiti così, in genere vanno per la maggiore magliette strappate e braghe con il cavallo all'altezza del ginocchio).
Prova di italiano. Affrontano il tema impugnando la penna come se fosse una zappa (oggetto con cui evidentemente hanno maggiore dimestichezza).
E adesso, avanti con le correzioni. Si apprezza l'impegno, ci si mette una mano sul cuore. D'altronde, come non commuoversi di fronte a un "Tema di italiando"?


mercoledì 20 maggio 2015

Giornalisti d'assalto e precari stagionati

Manifestazione di docenti contro la "Buona scuola". Sono lì con un drappello di colleghi quando si avvicina un giornalista: sta cercando un insegnante "precario stagionato" da intervistare.
Gli indicano un collega precario: "No, lui è troppo giovane, non c'è un precario stagionato?".
Gli indicano un altro collega, assunto in ruolo quest'anno ma con lunga esperienza di precariato. Ma anche lui a quanto pare non è abbastanza stagionato.
A quel punto si rivolge a me:
 "Lei è precaria?". No, sono di ruolo, rispondo seccamente.
"E quanti anni è stata precaria prima di entrare in ruolo?" Pochi, alla faccia tua.
"Posso intervistarla?".
No, brutto cafone. Stagionato sarai tu.

martedì 19 maggio 2015

Risposta alla mail di Renzi agli insegnanti

Gentile Matteo Renzi,
 rispondo, punto per punto, alla mail da lei inviata a tutti gli insegnanti italiani, tra cui la sottoscritta.

I.              Assumiamo oltre centomila precari
Non sono nuove assunzioni: sono insegnanti qualificati, abilitati, vincitori di concorso, che da anni (decenni?) lavorano nelle scuole venendo licenziati a giugno e assunti a settembre. Questo oltre a penalizzare gli studenti (che cambiano professori ogni anno), è illegale. Quindi non state facendo un regalo, state semplicemente mettendo fine a una situazione di illegalità, come sancito anche da diverse sentenze. Queste assunzioni non sono parte di una riforma, sono un obbligo legale.

II.            Bandiamo un concorso per altri 60 mila posti il prossimo anno. Messa la parola fine alle graduatorie a esaurimento si entra nella scuola per concorso. Ma i concorsi vanno fatti, non solo promessi. Altrimenti si riparte da capo.
 I concorsi non servono a niente se poi i vincitori non vengono assunti. Dovete ancora finire di assumere i vincitori del concorso del 2012. Inoltre dovete ancora finire di assumere gli insegnanti delle graduatorie a esaurimento, i quali non si trovano lì per diritto divino, ma perchè a loro volta hanno superato concorsi, esami di Stato, selezioni. 
Ha senso bandire un concorso quando ci sono graduatorie ancora valide?

 
III.           Mettiamo circa quattro miliardi sull'edilizia scolastica. Ancora non sono sufficienti a fare tutto, ma sono un bel passo in avanti
"Non sono sufficienti a fare tutto" vuol dire che anche l'anno prossimo potrò usare solo metà aula perchè il resto non è agibile (piastrelle che saltano, intonaco che cade)?



IV.          Diamo più soldi agli insegnanti. Possiamo discutere sui criteri con cui applicare il merito, ma questi soldi non possono essere dati in parti uguali a tutti.
I calcoli fatti dai sindacati mostrano che anche l'insegnante più meritevole riceverà aumenti di stipendio inferiori a quelli (già miseri) che riceve attualmente.
Si potrebbe discutere sui criteri, ma allora perchè sono già stati stabiliti nel testo della legge?


V.           Attuiamo l'autonomia. Dopo anni di ritardi completiamo il disegno dell'autonomia attribuendo libertà educativa e progettuale alle singole scuole e impedendo alle circolari ministeriali di governare in modo centralistico gli istituti. Si rafforzano responsabilità (e conseguenti valutazioni) del dirigente scolastico che non è certo uno sceriffo ma un primus inter pares dentro la comunità educativa.
Molte scuole nemmeno ce l'hanno il preside, visto che il dirigente ha la titolarità su due scuole. 
Inoltre, ammesso che il preside ci sia, siamo sicuri che abbia la preparazione adatta per fare il manager? In base a quale criterio avrebbe queste competenze?


VI.          Realizziamo la vera alternanza scuola-lavoro.
 Si fa già da anni negli indirizzi tecnici e professionali.


VII.         Educhiamo cittadini, non solo lavoratori. L’emergenza disoccupazione giovanile va combattuta. Ma compito della Buona Scuola non è solo formare lavoratori: è innanzitutto educare cittadini consapevoli. Per questo reintroduciamo spazio per la musica, la storia, l’arte, lo sport. E valorizziamo la formazione umanista e scientifica.
Ci stiamo provando già da anni. Ma concretamente, cosa vuol dire "reintrodurre spazio"? Aumentare le ore? Rifare i programmi? Scritto così non vuol dire niente. 

VIII.       Affidiamo a deleghe legislative settori chiave. Ci sono temi su cui da decenni si aspetta un provvedimento organico e che finalmente stanno nelle deleghe previste dal testo. In particolar modo un maggiore investimento sulla scuola 0-6 e gli asili nido, sulla semplificazione normativa, sul diritto allo studio, sulla formazione iniziale e l’accesso al ruolo degli insegnanti.
Una riforma della scuola serve, ma non si fa dall'oggi al domani. Si parte da un'analisi delle criticità e dei bisogni, si costituisce una commissione di studio, si avvia una sperimentazione, si fa una valutazione degli esiti e solo a quel punto si fa una riforma; ma per questo ci vogliono del tempo, degli esperti e una vera partecipazione. La "Buona scuola" invece è un testo arraffazzonato in fretta e furia da gente incompetente, per far vedere che il governo sta facendo qualcosa, possibilmente in tempo per le prossime elezioni regionali.


Sorvolo sui toni altamente autocelebrativi della sua mail.
La sua "riforma" non tocca minimamente i nodi critici della scuola, non risponde ai suoi bisogni reali e non produrrà alcun miglioramento. Anzi, crea i presupposti per una differenziazione tra scuole di serie A e scuole di serie B. Crea una situazione di precarietà a vita, visto che ogni tre anni si aprirà una specie di "calciomercato" in cui i presidi si potranno procacciare i migliori insegnanti, giudicati "migliori" sulla base di non si sa quale criterio. Insegnanti ultrasessantenni potranno essere messi a insegnare materie diverse dalla propria, madri di famiglia potranno essere spedite a centinaia di chilometri di distanza da casa. Le scuole non potranno fare programmi a lungo termine, visto che ogni tre anni il loro organico cambierà. Con buona pace per la progettualità e la continuità didattica.
In classe, se mi rendo conto che nessuno ha capito niente, rispiego la lezione usando parole e metodi diversi.
Lei continua a dire che le proteste derivano dal fatto che noi insegnanti, studenti, genitori non capiamo la sua geniale riforma. Ma se 200.000 persone hanno tutte capito male, non le viene il dubbio che forse non si è proprio spiegato bene bene?



giovedì 14 maggio 2015

Lettera di Renzi agli insegnanti

Ieri nella mia casella di posta elettronica è arrivata una mail di Matteo Renzi.
Se state crepando d'invidia e di curiosità perchè voi non siete insegnanti e non l'avete ricevuta, provvedo a copiarla e incollarla qui sotto.
Si accettano suggerimenti per la risposta.


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Gentilissime e gentilissimi insegnanti,
oggi per la prima volta dopo undici trimestri il PIL italiano torna a crescere. È un risultato di cui dovremmo essere felici, dopo anni di recessione. Ma personalmente credo non basti questo dato: l'unica strada per riportare l'Italia a crescere è investire sulla scuola, sulla cultura, sull'educazione. Non ci basta una percentuale del PIL, ci serve restituire prestigio e rispetto alla scuola.
Stiamo provando a farlo ma purtroppo le polemiche, le tensioni, gli scontri verbali sembrano più forti del merito delle cose che proponiamo di cambiare. Utilizzo questa email allora per arrivare a ciascuno di voi e rendere ragione della nostra speranza: vogliamo restituire centralità all'educazione e prestigio sociale all'educatore. Vogliamo che il posto dove studiano i nostri figli sia quello trattato con più cura da chi governa. Vogliamo smetterla con i tagli per investire più risorse sulla scuola. In una parola, vogliamo cambiare rispetto a quanto avvenuto fino ad oggi. Dopo anni di tagli si mettono più soldi sulla scuola pubblica italiana.
L'Italia non sarà mai una superpotenza demografica o militare. Ma è già una potenza superculturale. Che può e deve fare sempre meglio. Per questo stiamo lavorando sulla cultura, sulla Rai, sul sistema universitario e della ricerca, sull'innovazione tecnologica. Ma la scuola è il punto di partenza di tutto. Ecco perché crediamo nel disegno di legge che abbiamo presentato e vogliamo discuterne il merito con ognuno di voi.
Intendiamoci. Non pensiamo di avere la verità in tasca e questa proposta non è “prendere o lasciare”. Siamo pronti a confrontarci. La Buona Scuola non la inventa il Governo: la buona scuola c'è già. Siete voi. O meglio: siete molti tra voi, non tutti voi. Il nostro compito non è fare l'ennesima riforma, ma metterci più soldi, spenderli meglio e garantire la qualità educativa.
Per questo con il progetto La Buona Scuola:
I.              Assumiamo oltre centomila precari. Ovviamente chi non rientra nell'elenco si lamenta, quelli del TFA non condividono l'inclusione degli idonei del 2012, quelli della GAE chiedono di capire i tempi, quelli del PAS fanno sentire la propria voce. Tutto legittimo e comprensibile. Ma dopo anni di precariato, questa è la più grande assunzione mai fatta da un Governo della Repubblica. E non è vero che ce l'ha imposta la Corte di Giustizia: basta leggere quella sentenza per capire che la Corte non ci ha certo imposto questo.
II.            Bandiamo un concorso per altri 60 mila posti il prossimo anno. Messa la parola fine alle graduatorie a esaurimento si entra nella scuola per concorso. Ma i concorsi vanno fatti, non solo promessi. Altrimenti si riparte da capo.
III.           Mettiamo circa quattro miliardi sull'edilizia scolastica. Ancora non sono sufficienti a fare tutto, ma sono un bel passo in avanti, grazie anche all'operazione Mutui BEI che vale circa 940 milioni di euro. Costruire una Buona Scuola passa anche dai controsoffitti e dagli infissi, non solo dalle previsioni normative. É il più grande investimento in edilizia scolastica mai fatto da un Governo della Repubblica.
IV.          Diamo più soldi agli insegnanti. Ci sono 40 milioni di euro per la vostra formazione. A questi si devono aggiungere 500 euro netti a testa per la Carta del Professore: musica, libri, teatro, corsi per pagare ciò che ritenete utile per aiutarvi nella vostra crescita culturale. E ci sono 200 milioni di euro per il merito. Possiamo discutere sui criteri con cui applicare il merito, ma questi soldi non possono essere dati in parti uguali a tutti.
V.           Attuiamo l'autonomia. Dopo anni di ritardi completiamo il disegno dell'autonomia attribuendo libertà educativa e progettuale alle singole scuole e impedendo alle circolari ministeriali di governare in modo centralistico gli istituti. Si rafforzano responsabilità (e conseguenti valutazioni) del dirigente scolastico che non è certo uno sceriffo ma un primus inter pares dentro la comunità educativa.
VI.          Realizziamo la vera alternanza scuola-lavoro. Abbiamo il 44% di disoccupazione giovanile e un preoccupante tasso di dispersione scolastica. Segno evidente che le cose non funzionano. Replichiamo le esperienze di quei Paesi come Germania, Austria e Svizzera che già sono presenti sul territorio nazionale in Alto Adige con il sistema duale, puntando a un maggior coinvolgimento dei ragazzi nelle aziende e ad un rafforzamento delle loro competenze.
VII.         Educhiamo cittadini, non solo lavoratori. L’emergenza disoccupazione giovanile va combattuta. Ma compito della Buona Scuola non è solo formare lavoratori: è innanzitutto educare cittadini consapevoli. Per questo reintroduciamo spazio per la musica, la storia, l’arte, lo sport. E valorizziamo la formazione umanista e scientifica.
VIII.       Affidiamo a deleghe legislative settori chiave. Ci sono temi su cui da decenni si aspetta un provvedimento organico e che finalmente stanno nelle deleghe previste dal testo. In particolar modo un maggiore investimento sulla scuola 0-6 e gli asili nido, sulla semplificazione normativa, sul diritto allo studio, sulla formazione iniziale e l’accesso al ruolo degli insegnanti.
Ho letto tante email, appassionate, deluse, propositive, critiche. Mi hanno aiutato a riflettere, vi sono grato. Leggerò le Vostre risposte se avrete tempo e voglia di confrontarvi. Da subito posso fare chiarezza su alcune voci false circolate in queste settimane:
-       Le aziende non hanno alcun ruolo nei consigli di Istituto;
-       I giorni di vacanza non si toccano:
-       Nessuno può essere licenziato dopo tre anni;
-       Il preside non può chiamare la sua amica/amico, ma sceglie tra vincitori di concorso, in un ambito territoriale ristretto.
        
C'è un Paese, l'Italia, che sta ripartendo. Con tutti i nostri limiti abbiamo l'occasione di costruire un futuro di opportunità per i nostri figli. Sciuparla sarebbe un errore. Conosco per esperienza di padre, di marito, di studente l'orgoglio che vi anima, la tenacia che vi sorregge, la professionalità che vi caratterizza. Mentre scrivo sul computer scorrono nella mente i volti e i nomi dei professori che mi hanno accompagnato come credo accada spesso a ciascuno di voi: le storie di chi all'elementare Rodari, alla media Papini, al Liceo Dante si è preso cura della formazione mia e dei miei compagni di classe. Un professore collabora alla creazione della libertà di una persona: è veramente una grande responsabilità. Vi chiedo di fare ancora di più: darci una mano a restituire speranza al nostro Paese, discutendo nel merito del futuro della nostra scuola. Il nostro progetto non è “prendere o lasciare” e siamo pronti a discutere. Ma facciamolo nel merito, senza la paura di cambiare. L'Italia è più forte anche delle nostre paure.

Aspetto le Vostre considerazioni.
Intanto, buon lavoro in queste settimane conclusive dell'anno scolastico.
Molto cordialmente,

Matteo Renzi

giovedì 7 maggio 2015

La prof con la pentola in mano

All'indomani dello sciopero del 5 maggio, rientro a scuola.
"Prof, l'abbiamo vista ieri con la pentola in mano!"
In ciascuna delle mie classi, c'è un gruppetto di alunni che mi ripete la stessa frase.
Ultima ora, mi mandano a fare supplenza in una classe che non conosco. E anche lì, a fine lezione un gruppetto di ragazze mi avvicina: "Scusi prof, ma lei ieri per caso era al corteo con una pentola in mano?"

A quanto pare mi ha vista tutta la scuola.
Confesso che in fondo mi fa piacere, ero convinta che loro avrebbero approfittato dello sciopero per andare al mare, invece scopro con soddisfazione che alcuni hanno preso il pullman per andare in città e partecipare alla manifestazione. E questa cosa della professoressa che gira per la città con pentola e cucchiaio li ha proprio colpiti.

martedì 5 maggio 2015

Buona scuola?

Oggi ho fatto sciopero.
Da quando lavoro come insegnante, non avevo mai visto una cosa del genere: si parla di un'adesione del 70%, ma l'impressione era ancora maggiore. Oggi, per un giorno, le scuole si sono fermate del tutto.
Certo, c'è chi non ha aderito allo sciopero, ma l'atmosfera nelle scuole era comunque surreale.

Sono stata in piazza, armata di pentola e cucchiaio per fare rumore.
Ho incontrato colleghi e colleghe di tutte le scuole in cui ho insegnato negli scorsi anni.
Ho salutato dei miei alunni dell'università e futuri insegnanti in formazione.
Parlando con una collega, le ho raccontato che Renzi ha dichiarato "Non basteranno tre fischi  a fermarmi".
La collega mi ha risposto "Allora facciamogliene quattro". Ovvio.
E' stato uno di quei momenti, nella vita, in cui senti che stai facendo la cosa giusta.



giovedì 16 aprile 2015

Beata te che hai tempo...

Beata te che hai tempo di leggere.
Beata te che hai tempo di fare sport.
Beata te che hai tempo di controllare se le notizie su facebook sono bufale.

Segnalo che la giornata dura 24 ore per tutti. Quello che puoi fare è decidere come utilizzarle.
Per non rovinarmi il fegato, ho preso una solenne decisione. D'ora in poi ignorerò selvaggiamente i "beata te che hai il tempo di" pronunciati da chiunque faccia una delle seguenti cose:
- stirare calzini e mutande
- condividere minchiate su facebook
- guardare le fiction rai.

Mi insegna una cara amica, nonché lettrice fedele (ciao!) che si può essere madre, lavorare, coltivare le proprie passioni in casa e fuori casa, e trovare anche il tempo per invitare a cena gli amici.
Se però anziché fare queste cose tu preferisci rimbecillirti davanti alla tv guardando "La donna velata" mentre stiri le mutande, è una tua libera scelta.


martedì 14 aprile 2015

Formazione neoassunti: il foglio firme

Ieri primo incontro di formazione per i docenti neoassunti in anno di prova.
Che poi, che senso abbia fare un anno di prova a gente che come minimo insegna da 10 anni non si capisce bene, ma si sa, dobbiamo imparare a essere "professionisti riflessivi", al passo coi tempi, capaci di creare un clima di apprendimento friendly e fare tanto cooperative learning, peer to peer, brainstorming, scaffholding.

Siamo convocati a piccoli gruppi: circa 450 alla volta. Praticamente l'appuntamento è in una sala grande quanto uno stadio.
Alle ore 16 entra il formatore, saluta e ci chiede di uscire per firmare il foglio firme. Una marea umana si alza e si accalca verso il banchetto all'uscita. Passa mezz'ora e la fila ancora non accenna a diminuire.
Allora il formatore ha un'idea innovativa: rientrate tutti, faremo girare il foglio durante la lezione.
Il corso dura 3 ore, durante le quali il foglio firme è avvistato sporadicamente a sinistra, poi a destra, poi davanti, poi salta indietro. Il formatore parla ma qualcuno inizia a lamentarsi: e se il foglio firme non arriva in tempo? Il formatore inizia a strillare: ma insomma, cercate di sbrigarvi, non tenetevi il foglio mezz'ora.
Peccato che il geniale formatore abbia trascurato un semplice calcolo: sul foglio firme, dopo aver trovato la pagina giusta bisogna non solo firmare, ma anche scrivere la propria mail e il numero di telefono. Ottimisticamente, uno molto svelto impiegherà almeno un minuto.
1 minuto per 450 persone sono sette ore e mezza.

Ormai si sono fatte le 19. Quelli che insegnano al serale sono andati via urlando e consegnando al formatore delle autocertificazioni per attestare la propria presenza. La gente strilla, il formatore strilla.

Poi finalmente un barlume di buonsenso: il foglio firme, che poi in realtà è un plico di 20 pagine, viene smembrato e i fogli vengono allineati in ordine alfabetico sul bordo del palco. Le persone si dividono in file a seconda della propria lettera iniziale del cognome. Tempo 10 minuti e l'operazione si conclude.

Mi avvio all'uscita, pensando che se vengo qui a imparare come deve comportarsi un insegnante, sono in una botte di ferro.
Mi consola solo una cosa: sono a piedi, quindi mi evito il maxi-ingorgo di 400 auto per uscire dal parcheggio. Credo che qualcuno, a 24 ore di distanza, sia ancora lì. O forse, quel qualcuno è rimasto lì per tenersi il posto ed essere il primo della fila per il prossimo foglio firme.

Maleducazione e bisogni primari

Negli ultimi anni ho sempre più sviluppato una convinzione: la prima causa di maleducazione tra gli adolescenti è la convinzione di poter fare sempre ovunque qualsiasi cosa.

Sono a una conferenza suoll'Olocausto in aula magna e mi viene fame? No problem, estraggo un pacchetto di patatine e mi metto a sgranocchiare.
In mezzo alla lezione ho voglia di qualcosa di buono? Chiedo di andare in bagno e rientro con il bicchierino della cioccolata calda in mano. Già che ci sono, rientrando lancio anche gli spiccioli al mio compagno che se la andrà a prendere dopo di me.
E se ho voglia di una sigaretta? Semplice, chiedo di andare in segreteria e rientro in classe che puzzo come una ciminiera.
Devo allacciarmi la scarpa? Facile, metto un piede sul banco in mezzo alla lezione, così non devo chinarmi. Magari lo appoggio pure sul libro, che fa spessore. 


Oggi era previsto un incontro con la psicologa. Per evitare interruzioni, la ricreazione si anticipa: 20 minuti di pausa per essere "mangiati, bevuti e pisciati" e resistere 2 ore senza uscire dall'aula. Avviso:vi porto al bar, chi deve andare in bagno ci vada, chi vuole prendere qualcosa alle macchinette lo faccia, ora o mai più. Passano i 20 minuti, torniamo in aula e li consegno alla psicologa.
Dopo due minuti, vedo quattro dei miei alunni davanti alle macchinette del caffè. Alle mie lamentele rispondono "Prof, ma io DEVO prendere il caffè". E non potevi prenderlo prima al bar, che ti ci ho portato apposta? "Ma  prof, io VOGLIO la cioccolata alla macchinetta". Ma porca miseria, perchè non l'hai presa prima, quando ti ho dato il tempo per farlo? E intanto, una psicologa è pagata (a orario) per stare in classe ad aspettare questi quattro ebeti che DEVONO prendersi il caffè.

Una settimana fa siamo andati a teatro. Quattro classi, totale oltre 100 ragazzini in fila camminano per raggiungere a piedi la sala. "Prof, possiamo fermarci che DEVO prendere le sigarette?". Certo, e 100 persone devono fermarsi al sole ad aspettare i comodi tuoi?

Buoni propositi per il prossimo anno: essere inflessibile. Si mangia solo a ricreazione. Si va in bagno solo a ricreazione. Ci si alza solo durante le pause.

Ma poi so già che i buoni propositi andranno in vacca. Perchè quando un tuo alunno ti chiede di andare in bagno, e tu gli rispondi che no, non ci può andare perchè la ricreazione è finita da 10 minuti, e lui ti dice che 10 minuti prima non gli scappava, ma adesso sì e se non può uscire la fa dentro una bottiglia, e vedi un compagno che gli allunga una bottiglietta vuota... all'improvviso capisci che potrebbe farlo veramente. E allora mandi alle ortiche i buoni propositi e lo lasci uscire. Queste sono le sconfitte dell'educazione.

sabato 21 marzo 2015

Gerarchie universitarie e aule d'esame - ricordi

Ho ripreso le mie (sporadiche) collaborazioni con l'università.
Adesso è arrivato il momento di fare gli esami, e per farli devo chiaramente avere a disposizione un'aula.
"Eh, ma è un problema, son tutte prenotate"
Va bene, ma allora? Potete darmi uno sgabuzzino, un corridoio, uno studio preso a prestito per qualche ora? Mi sento come se stessi elemosinando un favore, avrei voglia di dire che non è colpa mia se ci sono gli esami e se io, essendo precaria, non ho uno studio mio dove poter interrogare gli studenti.
Alla fine interviene il superdirettore, che sbotta: "Ma insomma, non può mica mettersi a fare gli esami in cortile!".

E la memoria torna a un episodio di qualche anno fa, quando ero docente a contratto (= precaria).
Ero alle ultime sessioni prima della scadenza del contratto, ormai mi restavano solo pochi studenti, in quell'appello ne avevo 4.
L'aula era stata prenotata per tempo: un'auletta, praticamente un'anticamera della biblioteca. All'ora convenuta mi presento e trovo l'la stanza completamente sottosopra: il bibliotecario ha deciso di riordinare le scaffalature, quindi per cominciare aveva tirato giù tutti i libri. Faccio presente che io dovrei fare un esame, il che sarebbe un po' difficile se lui intanto continua a fare su e giù e spostare pacchi di riviste... Ovviamente, mi risponde di andare altrove. Ovviamente, non ci sono altre aule disponibili. Ovviamente, le studentesse sono allibite: "Ma scusi, non è più importante lei del bibliotecario? Non è più importante il nostro esame?". Ragazze, vi siete risposte da sole.
Come è finita quella volta? Dopo mezz'ora di peregrinazioni alla ricerca di un buco libero, ho deciso di fare l'esame nel cortile della facoltà, seduta a un tavolo da pic nic, circondata da studenti cannaioli e casinisti. Mentre interrogo, un tizio si avvicina e ci lascia dei volantini "Ragazze, venite a una festa studentesca?". Ecco, questo credo sia stato il momento più basso della mia carriera universitaria.

E stavolta, come è andata a finire? Il superdirettore grazie alla supersegretaria mi ha trovato un'aula per l'esame. Un'aula vera. Spero che la donna delle pulizie non decida di passare l'aspirapolvere proprio il giorno dell'esame: non vorrei avere la conferma che, nella scala gerarchica accademica, lei viene prima di me.

martedì 10 febbraio 2015

Morte di un'amica

Una mia cara amica è morta ieri.
Era malata da molto tempo, stando ai medici non avrebbe nemmeno dovuto vivere tanti anni.
E invece lei ha vissuto più di dieci anni con la sua malattia, e in questi anni ha viaggiato, si è laureata, ha fatto arrestare una banda di truffatori, ha organizzato un concerto, ha ballato, ha colpito con la sua vitalità travolgente tutti quelli che l'hanno incontrata.
Ho avuto la fortuna di conoscerla e di essere sua amica
Ero abituata al fatto che lei stesse male, spariva per uno, due, tre mesi ma poi arrivava un messaggio, una telefonata: mi diceva che stava benissimo e aveva voglia di divertirsi, di uscire, o di mettersi a studiare per passare quell'esame...
Anche stavolta pensavo che sarebbe andata così, e non riesco a rendermi conto che non succederà più.
Ripenso a come viveva quando stava bene: faceva qualsiasi cosa le passasse per la testa, tanto magari tra un anno non sarebbe più stata qui, allora perchè farsi problemi?
Continuo a pensare che la vita andrebbe vissuta così, intensamente, facendo tutto ciò che desideriamo fare, pensando che domani potremmo non esserci più.
Grazie, amica.

mercoledì 14 gennaio 2015

Corsi di aggiornamento

Sfoglio distrattamente il mucchio di carte sul tavolone della sala insegnanti. Tra gli opuscoli dei corsi di aggiornamento, fa capolino un dépliant pubblicitario:
"Corso di ginnastica tantrica. Apriti anche tu al sesso cosmico.
Segue pratica".
Confesso di aver pensato che, tutto sommato, non sarebbe più insensato di tante altre proposte. Per lo meno, questo non sarebbe un corso di sola teoria.

L'attimo fuggente in classe

Ho fatto vedere ai miei alunni "L'attimo fuggente": meraviglioso. A loro è piaciuto moltissimo, e io ero in brodo di giuggiole perchè finalmente sembravano interessati a qualcosa di intelligente.
E poi arriva il momento in cui io provo a fare come nei film americani, in cui nelle ore di letteratura il professore chiede "Che cosa ne pensate di questo sonetto di Shakespeare?" e tutti gli studenti ovviamente l'hanno letto, lo hanno capito e alzano ordinatamente la mano per commentarlo.
Io nel mio piccolo chiedo ai miei alunni di dirmi, secondo loro, a che cosa serve la poesia.
Silenzio imbarazzante. Uno butta là una frase: "La poesia esprime i sentimenti".
"Sì", gli rispondo, "questo è quello che vi ho spiegato io, ed è quello che tu ti aspetti che io voglia sentirmi dire. Ma per te, questo significa qualcosa? Per te, questo è vero?".
E in quel precisissimo momento, giuro, si sente forte e chiara una voce dal computer della classe:
"SI', E' VERO, l'assicurazione auto è un costo ...".
Mi affanno a bloccare lo spot pubblicitario, ma ormai il momento profondo è, tanto per cambiare, andato miseramente in vacca.

martedì 13 gennaio 2015

Antichi rimedi

Mentre sono in classe mi viene un attacco di tosse. Provo a bere un po' d'acqua, poi tiro fuori dalla borsetta uno spray per la gola.
"Prof, anche lei usa uno spray all'acropoli?"

lunedì 12 gennaio 2015

Masterchef mi fa un baffo

Ho appena mangiato un dessert squisito.
Ingredienti:
- una banana in avanzato stato di maturazione
- le briciolette con zuccherini e mandorle rimaste sul fondo del sacchetto della focaccia che mi hanno regalato a Natale
- crema avanzata
- scagliette di cioccolato fondente ricavate da un cioccolatino
- una fame devastante, come ti prende quando torni da acquagym alle tre del pomeriggio e ovviamente per andare in piscina non hai pranzato.
L'unico rammarico: sarà dura rifarlo. La parte più impegnativa sarà procurarmi la focaccia e mangiarla per poter utilizzare le briciole sul fondo del sacchetto.

mercoledì 7 gennaio 2015

Cafoni in luogo pubblico: le sedie occupate

La pasticceria è strapiena, c'è gente in piedi che aspetta. Io e il mio bello riusciamo a conquistarci un tavolino e una sedia e ci pregustiamo una cioccolata calda. A questo punto ci manca solo una sedia.
Dopo aver fatto il giro del locale, devo constatare che l'unica sedia libera si trova proprio di fronte a me: una coppia di una certa età l'ha usata per parcheggiarci sopra due giacconi e una borsetta. Mi avvicino e chiedo gentilmente "Mi scusi, potrei predere questa sedia?".
Risposta del cafone: "E noi dove mettiamo la nostra roba? Non vede che è occupata? Abbia un attimo di pazienza!".
Allora, grandissimo pezzo di cornuto... siccome sono una signora mi sono pure scusata se ti avevo interrotto e ti ho segnalato che allora io sarei rimasta in piedi ad aspettare che tu ti bevessi con calma il caffè per consentire al tuo giaccone di starsene comodamente su una sedia tutta sua, anziché sullo schienale della tua sedia come tutti gli altri. Ma siccome questo blog mi serve anche per sfogarmi, lo scrivo qui:
LE SEDIE SONO PER LE PERSONE, NON PER LE COSE!!!
E questo vale in tutti i luoghi pubblici, bar, pasticcerie e treni inclusi.
Non sai dove mettere il giaccone? Io un suggerimento ce l'avrei, ma siccome sono una signora me lo tengo per me.

Per la cronaca, è intervenuta una cameriera che ha portato una sedia dal magazzino. Ho così potuto constatare che l' "attimo di pazienza" del signore, necessario perchè lui si bevesse un caffè, è durato il tempo che a me è servito per ingoiare una cioccolata calda, un bicchiere d'acqua, un trancio di torta e svariati pezzi di brioche. Mi ero così innervosita che dovevo togliermi quell'amaro in bocca...

sabato 3 gennaio 2015

Soddisfazioni vegetariane per non vegetariani

Per mangiare bene a base di verdure, non c'è bisogno di essere vegetariani.
Su facebook imperversano le campagne dei vvvegani, che grossomodo dividono il mondo in due categorie:
- i vegani, che si nutrono bene e di conseguenza sono immuni da qualsiasi malattia, dal raffreddore al cancro (e si salutano dicendo "buon vegangiorno" e si firmano con la v: "VTizio", VCaio")
- tutti gli altri, che per definizione sono crudeli carnivori che si nutrono esclusivamente di bistecche e cibo spazzatura.
A dire il vero, ho conosciuto anche una terza categoria: quella dei vegani/vegetariani equilibrati, che senza scatenare una guerra ti spiegano perchè un'alimentazione basata su cibi vegetali secondo loro sia meglio sul piano della salute, della morale, dell'ecologia. Quelli che non rinunciano ad avere una vita sociale, perchè se anche sulla focaccia c'è finito un microgrammo di mozzarella, non muore nessuno se per una volta lo mangi.
Nutro il massimo rispetto nei confronti di queste persone. Molto meno rispetto e stima per chi si lancia in crociate contro il kebab o il latte, senza nemmeno verificare se le notizie che divulgano siano vere o siano le solite bufale, già smascherate da decenni.
Personalmente non sono e non sarò mai vegetariana, ma quando cucino io è difficile che scelga la carne, per una serie di motivi: primo tra tutti, son stufa di mangiarla. Penso che andrebbe bene una-due volte a settimana, che per me grossomodo coincidono con l'ottimo arrosto del pranzo domenicale dalla suocera. Oppure con quella volta al mese che mi vien voglia di mangiare una bistecca, o più spesso un bel panino con affettati.
Ma per mangiare bene, non serve essere vegetariani. Anche un onnivoro può mangiare una gran varietà di frutta e verdura, non è mica proibito.
Oggi sto cucinando per il week-end: minestra di orzo e zucca, torta salata ai carciofi, radicchio al forno, biete.
Viva le zuppe!

venerdì 2 gennaio 2015

Per la serie: "Complimenti"

"Cara, potrei insegnarti a giocare a scacchi ma non so se ti piacerebbe, è un gioco di testa"


Commenti:
1. E' vero, le donne sono capaci di trovare un sottointeso sempre, se però glielo servi su un piatto d'argento poi non lamentarti
2. Quella della foto non sono io
3. Amore se stai leggendo sappi che ti adoro e che la prossima vota che giochiamo a scacchi ti straccio!

Quando scegli di tacere

Mi sono resa conto, come ha osservato una mia cara amica nonché affezionata lettrice de blog, di aver avuto nella vita un'immensa fortuna: frequentare persone intelligenti, dalla mentalità aperta, vivaci e spiritose.
Gli anni dell'università sono stati costellati di spendide cene in cui si rideva per una sciocchezza, ma quella sciocchezza sottointendeva l'uso di qualche neurone, una capacità di cogliere l'ironia e magari il riconoscimento di una citazione, il tutto senza nessuna pedanteria.
Poi sono arrivati gli anni del ballo sfrenato, anni in cui le serate erano fatte di molte danze con gente di cui al massimo sai il nome, ma che magari balla divinamente, o magari anche no, l'importante è ballare. Ho anche delle belle amicizie in questo ambiente: compagnie per una piacevole cena, una visita a un museo, ma anche amicizie vere, di quelle su cui sai di poter contare.
Però... è successo qualcosa. Mi sono resa conto che bisogna separare l'amicizia dalle opinioni. Per uno strano fenomeno, mi scopro a voler bene a persone che pensano che tutti i manifestanti di un qualsiasi sciopero siano terroristi e che al di fuori dell'Italia siano tutti zozzi e incapaci di mangiare. Gente che non ha mai messo il naso oltre il Po, ma che afferma con convinzione che tutti i meridionali sono scansafatiche e il problema dei rifiuti a Napoli è provocato dalla pigrizia delle donne che non volendo lavare i piatti usano quelli di plastica (se li sente la mia zia napoletana, gli lancia addosso l'intero servizio di piatti quotidiani in porcellana).
Eppure... ti accorgi che ai tuoi amici vuoi bene lo stesso, allora eviti certi discorsi e vivi serena. Idem per le tavolate familiari, con parenti tuoi o acquisiti.
Non puoi spiegare a qualcuno perchè l'acqua è umida; se non ci arriva da solo, tanto vale tacere. Ma nel frattempo aggiungo a questo blog una nuova etichetta, che andrà significativamente a collocarsi subito dopo "sfiga": SFOGHI!!!!!!!!!!!