(ex?) zitella... ex precaria!

venerdì 2 gennaio 2015

Per la serie: "Complimenti"

"Cara, potrei insegnarti a giocare a scacchi ma non so se ti piacerebbe, è un gioco di testa"


Commenti:
1. E' vero, le donne sono capaci di trovare un sottointeso sempre, se però glielo servi su un piatto d'argento poi non lamentarti
2. Quella della foto non sono io
3. Amore se stai leggendo sappi che ti adoro e che la prossima vota che giochiamo a scacchi ti straccio!

Quando scegli di tacere

Mi sono resa conto, come ha osservato una mia cara amica nonché affezionata lettrice de blog, di aver avuto nella vita un'immensa fortuna: frequentare persone intelligenti, dalla mentalità aperta, vivaci e spiritose.
Gli anni dell'università sono stati costellati di spendide cene in cui si rideva per una sciocchezza, ma quella sciocchezza sottointendeva l'uso di qualche neurone, una capacità di cogliere l'ironia e magari il riconoscimento di una citazione, il tutto senza nessuna pedanteria.
Poi sono arrivati gli anni del ballo sfrenato, anni in cui le serate erano fatte di molte danze con gente di cui al massimo sai il nome, ma che magari balla divinamente, o magari anche no, l'importante è ballare. Ho anche delle belle amicizie in questo ambiente: compagnie per una piacevole cena, una visita a un museo, ma anche amicizie vere, di quelle su cui sai di poter contare.
Però... è successo qualcosa. Mi sono resa conto che bisogna separare l'amicizia dalle opinioni. Per uno strano fenomeno, mi scopro a voler bene a persone che pensano che tutti i manifestanti di un qualsiasi sciopero siano terroristi e che al di fuori dell'Italia siano tutti zozzi e incapaci di mangiare. Gente che non ha mai messo il naso oltre il Po, ma che afferma con convinzione che tutti i meridionali sono scansafatiche e il problema dei rifiuti a Napoli è provocato dalla pigrizia delle donne che non volendo lavare i piatti usano quelli di plastica (se li sente la mia zia napoletana, gli lancia addosso l'intero servizio di piatti quotidiani in porcellana).
Eppure... ti accorgi che ai tuoi amici vuoi bene lo stesso, allora eviti certi discorsi e vivi serena. Idem per le tavolate familiari, con parenti tuoi o acquisiti.
Non puoi spiegare a qualcuno perchè l'acqua è umida; se non ci arriva da solo, tanto vale tacere. Ma nel frattempo aggiungo a questo blog una nuova etichetta, che andrà significativamente a collocarsi subito dopo "sfiga": SFOGHI!!!!!!!!!!!

martedì 30 dicembre 2014

Emicrania e dintorni

Soffro di emicrania.
Per chi non lo sapesse, l'emicrania non è il mal di testa comune, quello che ti viene quando magari sei un po' stanca e ti passa in un moment. L'emicrania è una vera e propria malattia, quando hai le crisi impazzisci dal dolore e l'unico modo per resistere è imbottirsi di farmaci appositi, i triptani.

Ebbene, da qualche mese mi sono iscritta su facebook a un gruppo di gente con emicrania o cefalea cronica. Per me è stata una rivelazione: c'è gente che è nella mia stessa situazione, che sa cosa vuol dire impazzire dal mal di testa. Gente che non ti dirà mai "E' perchè sei stressata" e non cercherà mai di convincerti che "dovresti reagire e uscire a prendere un po' d'aria anziché restartene a letto".
E cosa ancora più importante, ho trovato gente che soffre di cefalee tanto da avere l'invalidità, ma sa riderci sopra.
In effetti, un lato comico c'è sempre, in tutte le situazioni.

Io ad esempio quando ho attacchi di emicrania in pubblico ho la sensazione di essere scambiata per una tossica o per un'alcolista in crisi di astinenza.

Ieri sono andata a fare degli esami del sangue: roba lunga 3 ore, con un prelievo ogni mezz'ora per un totale di 7 prelievi. Ovviamente tutti sullo stesso braccio tranne l'ultimo, quando un'illuminata infermiera ha pensato di chiedermi su quale braccio avessero fatto i 6 precedenti.
Naturalmente per l'occasione mi è venuto un bell'attacco di emicrania. Fin dal primo prelievo avevo una faccia da zombie, tanto da far spaventare medici e infermiere. Tra un prelievo e l'altro dovevo restare in sala d'aspetto. Immaginatevi una completamente sfatta, che non si regge in piedi, che piagnucola dal dolore e ha le braccia piene di forellini: voi cosa pensereste?
Dopo il sesto prelievo le infermiere si sono impietosite e mi hanno messa su un lettino in attesa del prelievo successivo: mentre ero lì accasciata, una gentilissima dottoressa mi ha vista e ha commentato "Questa è proprio presa bene".
Le infermiere nel frattempo si erano scordate che ero lì per fare un prelievo, e si stavano scordando di farmelo, mandando a monte tutta l'operazione... per fortuna me ne sono ricordata io, in qualche modo.

Insomma, se vedi uno preso molto, ma molto male, che barcolla e blatera cose a vanvera, non necessariamente è sbronzo o strafatto: potrebbe avere l'emicrania.


Liberi di scrivere?

Come avevo scritto tempo fa, da qualche tempo la mia dolce metà, familiari, amici stretti, compagni di balli e di serate hanno accesso al mio blog.
Ahimè, il fatto di non avere più l'anonimato un pochino limita la mia voglia di scrivere.
A volte vorrei mettere nero su bianco le meravigliose uscite del mio lui, subito prontamente rigirate male da me. Ma sapere che poi lui potrebbe leggerle mi blocca.
A volte vorrei trascrivere i sempre più rutilanti complimenti dei miei compagni di merende e serate danzanti, ma poi penso che potrebbero leggere e riconoscersi.
A questo punto mi restano le chicche dei miei studenti, contando sul fatto che la loro propensione all'analfabetismo li tenga lontani da qualsiasi cosa abbia attinenza con la lettura, inclusa la frequentazione di un blog. Ma confesso che a volte è più sbrigativo scrivere su facebook, dove il mio ego gongola perchè i miei post scolastici riscuotono sempre vasti consensi.
Insomma, spero che i fedeli lettori del blog si accontentino e quando ne avrò voglia scriverò. Intanto auguro a tutti buone feste e buon anno con il mio ormai celebre cactus di Natale, che imperterrito resiste al mio pollice non esattamente verde.  Auguri!


martedì 16 dicembre 2014

Segreti del mestiere

- Prof, lei davvero non ha mai fumato una canna? Neanche una? Neanche una pasticca, una sniffatina?
No, mai fatto niente di tutto questo.
- Prof, ma allora come fa a essere sempre così calma e tranquilla?

Eh certo ragazzi, di solito i vostri insegnanti si sparano un cannone prima di venire in classe, per sopportarvi meglio. Trucchi del mestiere.

martedì 25 novembre 2014

Soddisfazioni scolastiche

E poi son soddisfazioni... Ricevimento genitori, mamma a colloquio:
- Sa cosa dice di lei mio figlio? "Mamma, ho una prof di italiano meravigliosa".
Scusate se gongolo, ma certe cose son più commoventi del libro Cuore.

Ere geologiche

Chiedere in una verifica sulla preistoria quali sono le ere geologiche, può portare a risvolti inattesi. Ho così scoperto l'esistenza delle seguenti ere geologiche: l'età moderna, l'era tecnologica, ma soprattutto... l' "era dei nativi dicitali". Diciamo che tutti i cavernicoli avevano il tablet.

lunedì 17 novembre 2014

Lo studente scassamaroni e le prove di evacuazione

In ogni classe c'è uno studente che definire "scassamaroni" è un complimento.
Lui/lei sa tutto su qualsiasi argomento. Contesta qualsiasi cosa l'insegnante dica. Interviene su qualsiasi questione, che si parli di pena di morte o di "su qui e qua l'accento non va". E ovviamente deve essere provocatorio a tutti i costi ("Prof, ha sbagliato, ha dimenticato "quo").

Oggi si parlava delle prove di evacuazione. Ci sarà a breve una simulazione di terremoto: ci si mette tutti sotto il banco e si aspetta buoni buoni il segnale di evacuazione, a quel punto si esce in modo ordinato, ma solo dopo aver chiuso bene le finestre e aver preso il registro per fare l'appello.
E lo studente scassamaroni non perde la succulenta occasione di intervenire:
"Prof, io la avviso, se c'è un terremoto io me ne frego e corro subito giù dalle scale"
Spiego pazientemente perchè in questo caso è più intelligente rispettare le regole: se centinaia di studenti si scaraventano giù dalle scale in preda al panico si ammazzano; le scale sono il punto strutturalmente più fragile, e quindi più rischioso, di un edificio.
"Prof, ma lei che ne sa di rischio? Non è mica un tecnico"

E qui faccio una cosa contraria a qualsiasi principio pedagogico: mi scateno.
Inizio a sciorinare il mio curriculum:
- un dottorato di ricerca con tesi sulla geografia del rischio
- anni di studi su percezione e gestione del rischio
- diverse pubblicazioni e interventi in conferenze di società internazionali dall'altisonante nome in inglese
- e... devo continuare e può bastarti?

"Prof, però non ha mica collaborato con la Protezione Civile"

No, io ho collaborato solo con organismi internazionali. E se quando ci sarà la simulazione dell'emergenza provi a fare il cretino, ti stronco.

La prof d'italiano

Alcune chicche dei miei studenti:


"Prof, ma quando legge i nostri temi non si pente di essere diventata un'insegnante?"
"Prof, mi ha smontato" (avevo semplicemente risposto a una domanda che lo studente mi aveva fatto pensando di mettermi in difficoltà).
E infine il top:
"Prof, scusi se glielo chiedo, ma lei non è un po' fissata con l'italiano?"

giovedì 6 novembre 2014

La lavatrice della casalinga perfetta

Niente, quel fastidioso odore di sudore non vuole proprio andar via dalle mie magliette nere.
Fenomeno inspiegabile: io faccio 2 lavatrici, una di panni chiari e una di panni scuri, entrambi a 40°, ma le magliette chiare son pulite e profumate, mentre quelle scure puzzano.
Ieri, mentre stendevo l'ennesimo bucato e annusavo ossessivamente le magliette in questione, il colpo di genio: una spruzzatina di sapone di marsiglia liquido sotto le ascelle, e via per un altro lavaggio. Compio l'operazione e avvio la lavatrice. Poi mi metto a riordinare e nel riporre lo spruzzino del sapone, l'orrida scoperta: al posto dello Chanteclair sapone di Marsiglia, ho spruzzato sulla mia intera collezione di maglie nere il Cif bagno con candeggina.
L'effetto finale è più o meno quello della foto