(ex?) zitella... ex precaria!

sabato 21 marzo 2015

Gerarchie universitarie e aule d'esame - ricordi

Ho ripreso le mie (sporadiche) collaborazioni con l'università.
Adesso è arrivato il momento di fare gli esami, e per farli devo chiaramente avere a disposizione un'aula.
"Eh, ma è un problema, son tutte prenotate"
Va bene, ma allora? Potete darmi uno sgabuzzino, un corridoio, uno studio preso a prestito per qualche ora? Mi sento come se stessi elemosinando un favore, avrei voglia di dire che non è colpa mia se ci sono gli esami e se io, essendo precaria, non ho uno studio mio dove poter interrogare gli studenti.
Alla fine interviene il superdirettore, che sbotta: "Ma insomma, non può mica mettersi a fare gli esami in cortile!".

E la memoria torna a un episodio di qualche anno fa, quando ero docente a contratto (= precaria).
Ero alle ultime sessioni prima della scadenza del contratto, ormai mi restavano solo pochi studenti, in quell'appello ne avevo 4.
L'aula era stata prenotata per tempo: un'auletta, praticamente un'anticamera della biblioteca. All'ora convenuta mi presento e trovo l'la stanza completamente sottosopra: il bibliotecario ha deciso di riordinare le scaffalature, quindi per cominciare aveva tirato giù tutti i libri. Faccio presente che io dovrei fare un esame, il che sarebbe un po' difficile se lui intanto continua a fare su e giù e spostare pacchi di riviste... Ovviamente, mi risponde di andare altrove. Ovviamente, non ci sono altre aule disponibili. Ovviamente, le studentesse sono allibite: "Ma scusi, non è più importante lei del bibliotecario? Non è più importante il nostro esame?". Ragazze, vi siete risposte da sole.
Come è finita quella volta? Dopo mezz'ora di peregrinazioni alla ricerca di un buco libero, ho deciso di fare l'esame nel cortile della facoltà, seduta a un tavolo da pic nic, circondata da studenti cannaioli e casinisti. Mentre interrogo, un tizio si avvicina e ci lascia dei volantini "Ragazze, venite a una festa studentesca?". Ecco, questo credo sia stato il momento più basso della mia carriera universitaria.

E stavolta, come è andata a finire? Il superdirettore grazie alla supersegretaria mi ha trovato un'aula per l'esame. Un'aula vera. Spero che la donna delle pulizie non decida di passare l'aspirapolvere proprio il giorno dell'esame: non vorrei avere la conferma che, nella scala gerarchica accademica, lei viene prima di me.

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