Alla faccia di chi mi diceva "Non vado all'Expo, costa un sacco di soldi"
Alla faccia di chi mi diceva "Ci sono troppe code, 10 ore per il Giappone!". E se poi gli facevo notare che non è obbligatorio visitare il padiglione del Giappone, ci sono decine di padiglioni interessanti senza fila... "Eh, ma dove non c'è fila vuol dire che non c'è niente da vedere!"
Alla faccia di chi mi diceva "Per mangiare spendi un sacco di soldi, una pizza 30 euro". E tu sei pirla se con tutto lo street food del mondo vai in pizzeria.
Alla faccia di tutti\questi e molti altri... io ad Expo ci sono stata proprio nell'ultima settimana di apertura, quando in teoria dovevo fare ore di fila per non vedere niente spendendo una montagna di soldi. E mi sono pure tirata dietro il mio recalcitrante compagno.
Siamo arrivati a mezzogiorno. C'era un po' di fila ma io avevo il biglietto comprato su internet (costo: 20 euro in due) con ingresso prioritario. Un signore ci ha urlato "Voi, con quel biglietto, da questa parte!". Alle 12.05 eravamo dentro.
Abbiamo visto un sacco di cose. Alcuni padiglioni erano piccolini ma carini, altri non erano niente di mirabolante. Abbiamo deciso di fare almeno una coda da 45 minuti, tanto per poter dire che l'avevamo fatta; col senno di poi potevamo risparmiarcela, c'erano altri padiglioni da vedere senza troppa attesa e ugualmente belli, se non di più.
Abbiamo pure incontrato una celebrity: abbiamo visitato il padiglione della Cina gomito a gomito con Formigoni, solo che lui non ha fatto la coda (che comunque era di 20 minuti, niente di che).
Abbiamo pranzato con un menù della Guinea equatoriale a 12 euro (riso, carne, verdure, frittelline di pollo e di verdure), merenda con dolcetti sloveni (sui 4 euro l'uno, ma così enormi che un pezzo me lo sono portato a casa). Cena in treno con panini comprati al chiosco dei Fratelli Beretta: 2,5 euro l'uno, e pure buoni.
Tanta, tanta gente. Mai vista tanta gente tutta insieme.
Ma che bella atmosfera, una specie di sagra paesana versione internazionale all'ennesima potenza. E poi, lo confesso, tanta soddisfazione nel poter dire "Io c'ero".